Ten Hag è ancora senza Cristiano Ronaldo, ma a Manchester non sembra essere un problema

Il calciomercato del Manchester United procede, ma Cristiano Ronaldo non è sicuro di rimanere

erik ten hag manchester united

Nonostante Erik ten Hag abbia ribadito fin dal suo arrivo che Cristiano Ronaldo farà parte del progetto tecnico – e di come lo stesso tecnico olandese fosse entusiasta all’idea di lavorare con lui -, il fuoriclasse portoghese sta tenendo tutti sulle spine: non ha partecipato all’inizio del ritiro estivo, saltando anche il pre season tour in Thailandia e Australia, ed è noto a tutti che ha chiesto la cessione.

Nelle scorse ore si è tenuto un confronto tra lo stesso CR7, l’agente Jorge Mendes, ten Hag, Sir Alex Ferguson e la board dei Red Devils per chiarire il futuro del 37enne: vuole giocare la Champions League, cosa a cui dovrebbe rinunciare qualora onorasse il contratto che lo lega al club con cui ha iniziato a vincere tutto. La sua permanenza è quindi in bilico, ma la domanda sorge spontanea: il Manchester United può davvero non farne a meno?

Cristiano Ronaldo è il migliore della passata stagione

Non è una novità: se si parla in termini realizzativi, Cristiano Ronaldo è il migliore nelle squadre in cui milita. Nonostante il club guidato da Solskjær prima e Rangnick poi abbia fallito tutti gli obiettivi stagionali e il 2021/22 sia stata una delle peggiori annate del post Ferguson, CR7 si è assestato su ottime medie, mantenendo alto il suo rendimento e profilo personale come giocatore. Il tutto assume una connotazione ancora migliore se si osserva la data di nascita dell’asso ex Real Madrid.

Visti i numeri – e visto il fatto che nessuno è riuscito a replicarli nelle passate stagioni – viene naturale pensare che il Manchester United sia entrato in quella spirale di Ronaldo-dipendenza. Eppure, per ten Hag non pare essere così.

Lo United si tutela con i nuovi acquisti

La nuova stagione di Premier League è alle porte e un club come il Manchester United non può farsi trovare impreparato. Squadre pretendenti al titolo quali Liverpool e Manchester City hanno puntellato la rosa con acquisti mirati (Darwin Núñez da una parte, Kalvin Phillips e Erling Haaland dall’altra), mentre diretti avversari dello United per la qualificazione alla prossima Champions – come l’Arsenal – hanno messo in atto un vero e proprio rebuild.

Una ricostruzione è proprio ciò di cui necessita la metà rossa di Manchester, che, al pari dei Gunners, vuole risalire la china e ambire a qualcosa di importante. Anche se un po’ a rilento rispetto al club londinese, ora anche i tifosi dei Red Devils possono gioire: al rientro dal tour estivo ten Hag e squadra hanno accolto a braccia aperte Lisandro Martínez e Christian Eriksen, mentre Tyrell Malacia era in gruppo già da qualche settimana.

Partiamo dall’inizio: per 15 milioni di euro è sbarcato in terra anglosassone il sopracitato terzino Tyrell Malacia, classe ’99 proveniente dal Feyenoord. Sembra ancora un po’ acerbo per un campionato come la Premier, ma in quel di Rotterdam ha giocato da titolare per tutta la passata stagione e non è un caso che il club di Old Trafford abbia bussato alla sua porta. La necessità di un back-up per Luke Shaw (non sempre lucido e ai livelli mantenuti fino allo scorso europeo) non solo conferisce profondità alla rosa, ma consente ai pari ruolo di migliorarsi sempre di più per non perdere il posto in squadra.

Arriviamo al grande colpo in difesa: Lisandro Martínez lascia l’Ajax per una cifra vicina ai 60 milioni di euro. Un investimento importante e in pieno stile United, che solo pochi anni fa rendeva l’attuale capitano Harry Maguire – che ten Hag ha confermato tale – il difensore più costoso della storia del calcio. I motivi dell’acquisto? Sempre ricordandoci del fatto che in rosa è presente un certo Varane, è doveroso fare una considerazione: l’ex centrale dei Blancos è injury-prone, aspetto negativo che ne ha rallentato l’ambientamento in un campionato veloce e fisico come la Premier League. Dal canto suo, Martínez arriva all’ombra di Old Trafford con una forma fisica invidiabile, il titolo di miglior giocatore dei lancieri del 2021/22 – oltre ad aver vinto il campionato – e lo sponsor dello stesso ten Hag, che aveva espressamente chiesto uno tra lui e il compagno di reparto Jurriën Timber alla dirigenza.

Non ci siamo dimenticati di Christian Eriksen: dopo l’ultima parentesi tra le fila del Brentford, compagine neopromossa che gli ha consentito di saggiare per una seconda volta i campi di Premier, l’ex Tottenham ha accettato la proposta dello United da free agent. Play, mezzala o trequartista a lui poco importa, data la voglia di rimettersi in gioco. La squadra viene prima del ruolo, anche se le sue qualità non sono da mettere in discussione.

Ten Hag da la sua impronta alla squadra

A poco più di una settimana dall’inizio della nuova stagione, alcuni dei punti fermi della filosofia di Erik ten Hag sembrano essere già fissati. Il modulo sarà il 4-3-3, basato su un costante palleggio a centrocampo e sulla ricerca di cambi di gioco sugli esterni e verticalizzazioni in profondità. Con de Gea tra i pali e Maguire quasi certo della titolarità, resta da vedere da quali elementi verrà completato il reparto arretrato. Il centrocampo rimane camaleontico: durante il pre season tour si son visti Fred, McTominay, Van de Beek e il giovane Garner tra le rotazioni, oltre all’imprescindibile e nuovo numero 8 Bruno Fernandes.

Questione attacco: con Elanga – lanciato da Rangnick – che sarà la prima opzione dalla panchina, i due esterni del tridente portano il nome di Jadon Sancho e del ritrovato Marcus Rashford. Anthony Martial, rientrato dal prestito al Sevilla, ha ricoperto il ruolo di punta centrale più di chiunque altro nelle amichevoli. Ruolo che, secondo l’immaginario comune, dovrebbe appartenere a Cristiano Ronaldo. Resta da vedere quello che succederà da qui al termine del mercato, ma l’ex tecnico dell’Ajax si è già espresso sull’argomento: qualora Ronaldo fosse disponibile per l’inizio del campionato, non avrebbe la precedenza nelle gerarchie su chi ha iniziato il ritiro dal giorno uno.

Qui si torna al ragionamento fatto qualche riga fa: il nuovo coach considera Ronaldo parte integrante del progetto sportivo, ma è pronto a lavorare con gli elementi che ha e con quelli che la società è disposta e in grado di regalargli. Qualora restasse, nessuno toglierebbe a CR7 lo status di stella della squadra, certo, ma la rosa stessa vuole e deve essere competitiva anche senza di lui. L’arma Ronaldo è devastante, non deve però essere l’unica e questo ten Hag lo sa.

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