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Chi l’ha visto: Jens Petter Hauge

L’ala sinistra classe ’99 del Milan non ha trovato continuità in campionato

Europa League, fine settembre: a San Siro l’anonimo Bodoe Glimt sfidava il Milan di Pioli. Chi si aspettava un match a senso unico, non aveva fatto i conti con il più giovane marcatore del club norvegese. Così è nata la storia d’amore tra Jens Petter Hauge ed il Milan, con un assist ed un destro dai 20 metri. I dirigenti rossoneri si sono stropicciati gli occhi e non si sono lasciati scappare l’affare. 

La stagione di Hauge

Dal campionato norvegese alla Serie A è un bel salto, soprattutto a vent’anni: Hauge a tratti ha ben figurato, a tratti è sparito dai radar. L’inizio non era stato affatto male, con l’esordio con lo Spezia (3G) ed il primo assist da subentrato contro il Napoli (8G) alla sua terza apparizione in rossonero. Nel mezzo il covid, che per lui è stato solo un fastidio. Poi il minutaggio aumenta: un tempo contro Sampdoria e Parma (10 e 11G), poco meno contro Genoa e Sassuolo (12 e 13G). L’apice arriva contro Juventus (67’), Torino (85’) e Cagliari (18G del 18 gennaio, 66’). Nelle gare citate il baby norvegese tira1.19 volte P90, realizza 1.19 passaggi chiave e tenta 1.9 dribblingChance create poche: 0.24. Insomma, sulla sinistra sa darsi da fare. Poi Rebic si riprende la sua zona e lui torna in seconda fila: tante panchine e pochissimi minuti sul terreno di gioco (soli 86’ in tre mesi).

Perché non gioca

Hauge non gioca per un semplice motivo: non è stato preso per fare il titolare. Un po’ come Tonali (di cui vi abbiamo parlato qui), che ha accumulato più del doppio del minutaggio del norvegese (519’ contro 1270’) ma più per necessità che per virtù. Il Milan oggi è un club che investe sui giovani, cioè li fa crescere e li sa aspettare. Hauge è stato protagonista nei gironi di Europa League (5 presenze, 3 gol e 1 assist) salvo poi non essere inserito nella lista UEFA per i 16esimi. E, alla pari dell’ex Brescia, ha trovato meno spazio in Serie A, dove le tante assenze in casa rossonera gli avevano concesso più vetrine ma anche più responsabilità. Che lui a volte ha disatteso. Ma non fategliene una colpa: i colpi ha dimostrato di averli. Nell’ultima presenza contro la Samp (tre giornate fa) gli sono bastati 16’ per realizzare un assist decisivo. Quando serve, Hauge risponde presente. E non c’è modo migliore per proseguire nel processo di crescita.

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