Un parere sulla prima stagione di Sandro Tonali al Milan

Il centrocampista della Nazionale U21 sta vivendo la sua prima stagione in un grande club. Abbiamo provato attraverso i numeri a capire come sta andando

Sandro Tonali in maglia Milan

Al suo primo anno nella massima serie, Sandro Tonali aveva messo in fila 35 presenze (solo una dalla panchina) condite da un gol (che punizione al Ferraris!) e 7 assist. Squalificato solo una volta per somma di ammonizioni. A 19 anni, un campionato da protagonista in Serie A come play nel centrocampo a tre del Brescia. I grandi club si mettono in fila. A spuntarla è il Milan di Maldini, che brucia la concorrenza con un assegno complessivo da 35 milioni di euro. Al ragazzo due milioni all’anno per cinque anni: è lui il centrocampista del futuro. Anche se il presente non sta andando proprio a gonfie vele.

Pagare lo scotto del passaggio in una big ci può stare, ma Sandrino, in questi primi sette mesi in rossonero, non è mai riuscito a brillare davvero. L’espulsione rimediata all’esordio negli Europei U21 è l’ultima macchia di una stagione fatta più di bassi che di alti, con 21 gare giocate in Serie A in un centrocampo a due dove era partito come riserva dietro al duo Bennacer-Kessie. Gli infortuni dell’algerino gli hanno regalato più spazio, ma a Firenze l’ex Empoli è tornato ed è stato subito decisivo. Mentre Tonali continua a fare un po’ fatica. Il problema può essere (anche) di natura tattica?

Sandro Tonali in maglia Milan

Tonali al Brescia vs Tonali al Milan

Leggendo i numeri degli ultimi due campionati tarati per novanta minuti, emergono subito alcune differenze: nel Brescia, nonostante fosse un vertice basso, Tonali arrivava più volte al tiro (0.86 vs 0.66) ed era più coinvolto nel gioco (1.79 falli subiti a partita vs 1.18). Toccava meno palloni (40.69 passaggi tentati vs 48.05), ma con il compito di incidere mandando al tiro i suoi compagni e non limitarsi al giro-palla (passaggi chiave: 2 vs 1). Anche in fase di non possesso il lavoro era diverso. Oggi la difesa di Tonali è più di posizione: 1.62 palloni intercettati P90, più sia di Bennacer che di Kessie. Che però primeggiano per palloni recuperati (8.15 e 7.42 a partita!) e contano più contrasti e duelli aerei vinti che persi. Sono loro la diga rossonera, tanto rocciosa e tecnica quanto basta. 

Il giovane Tonali (1.82 cm per 79 kg) è forse ancora troppo leggero e se vogliamo acerbo per sobbarcarsi un ruolo del genere, anche se finora (soprattutto in Europa League) è riuscito a tenere botta grazie alla sua bravura tecnica e intelligenza tattica, migliorando il suo senso della posizione grazie a mister Stefano Pioli, uno che sa come lavorare con i giovani. Un primo anno di rodaggio dove è stato più seduto al banco che in piedi alla lavagna, come era normale che fosse. Chi si aspettava più incisività è rimasto deluso, ma saper “atterrare” in un grande club e calarsi in un ruolo simile, ma diverso, non è roba da poco. Soprattutto se l’anno scorso sei retrocesso mentre adesso ti giochi lo scudetto. Soprattutto se hai vent’anni. Pioli lo sa, continua a proteggerlo e lo accompagna nella sua crescita. Il presente forse non brilla, ma il futuro rossonero di Tonali resta ancora tutto da scrivere.

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