Juventus, il Rabiot 2.0 di Pirlo

Il francese classe ’94 si trova a suo agio nello schema del nuovo tecnico e diventa sempre più centrale nel centrocampo bianconero

Rabiot

Dopo avervi parlato della nuova centralità di Danilo e del buon avvio di stagione di Arthur, torniamo ancora in casa Juventus per evidenziare anche quanto Adrien Rabiot sia sempre più al centro di questa nuova Juve. Il 25enne di Saint-Maurice, dopo le difficoltà iniziali con Sarri e l’esplosione nel post lockdown della passata stagione, ha trovato una nuova identità agli ordini del Maestro (dei centrocampisti) e si prepara a vivere una stagione da protagonista. 

Con Sarri: Rabiot l’incursore

Ma partiamo dall’inizio. Arrivato in bianconero a costo 0 e con uno stipendio di 7 milioni, Rabiot all’inizio sembrava – almeno sulla carta – perfetto per il centrocampo di Sarri. Poi ecco i soli 27 minuti dell’esordio contro il Parma, tre panchine di fila e continui guai muscolari. Il fiore Rabiot è sbocciato timidamente soltanto nel post lockdown, quando ha messo in mostra break, progressioni palla al piede ed un gol (l’unico, ma che gol!) contro il Milan. Un’annata fatta più di ombre che di luci.

Alla fine delle 28 (abbastanza anonime) presenze del suo campionato, il dato che salta all’occhio è che Rabiot ha passato la palla con successo 340 volte nella propria metà campo e 644 in quella avversaria: con quantità e fisicità, il campito di Adrien era infatti quello di dare verticalità ad una squadra spesso troppo statica. Nel complesso sono pochi, però, i passaggi chiave (solo 14, 97esimo tra i centrocampisti dello scorso campionato), così come le conclusioni (20, 77esimo) e i cross (20, 97esimo), quasi nulle le chance create (soltanto 2, 67esimo). Il centrocampista funzionava bene palla al piede (36 dribbling riusciti su 48 tentati, 75esimo), ma è troppo poco per giustificare la visione – e la versione – sarriana di Rabiot.

Con Pirlo: Rabiot il play

Con il Maestro in panchina, in campo suona tutta un’altra musica. Pirlo ha stravolto i dettami di Sarri, modificando il centrocampo e ribaltando i compiti del francese. Oggi Rabiot si riscopre mediano davanti alla difesa, più bloccato e arretrato rispetto al recente passato: nel 3-2-5 in fase di possesso a Pirlolandia, il francese funge soprattutto da play e da organizzatore della manovra, con meno compiti in zona offensiva. 

Ciò si è visto sin dal principio contro la Sampdoria: sono stati 90 i passaggi effettuati (84 riusciti) dal francese alla prima, solo l’highlander Danilo ha fatto meglio. L’obiettivo principale di Rabiot è quello di innescare i “quinti” nel minor tempo possibile: non a caso Pirlo schiera i due mediani a piede invertito, pronti per il cambio di gioco immediato sul lato debole. E in fase di non possesso? Il modulo diventa un 4-4-2 e Rabiot si trasforma nel classico mediano: sono stati 10 i palloni recuperati contro la Samp. Il migliore dei suoi. 

I numeri in Lazio-Juventus

Vero è che il pressing della Samp era stato poca roba, ma proprio per questo il nuovo ruolo di Rabiot è emerso ancora più chiaramente. Il francese ha acquisito sicurezza e, anche quando le cose si complicano, ora non si tira più indietro: contro la Lazio, nell’ultima sfida di campionato, solo Bentancur ha passato la palla più volte di lui (61 contro 50), ma senza trovare quei 2 passaggi chiave che invece si è inventato l’ex PSG (solo Cuadrado ha fatto meglio). Senza palla tra i piedi, invece, 5 tackle e 5 palloni recuperati. Risposte importanti nel nuovo ruolo in un nuovo centrocampo.

Dalla Samp alla Lazio, Rabiot fin qui ha giocato 6 partite in Serie A, di cui 4 da titolare: è lui uno dei due centrocampisti titolari nell’undici di Pirlo. Per lui all’attivo, dopo 7 giornate, oltre ad un giallo e ad un doppio giallo, 1 gol (contro lo Spezia), 4 passaggi chiave ma soprattutto una percentuale mostruosa del 90.2% di passaggi riusciti (238 su 264). Un avvio niente male per il play prescelto da Andrea Pirlo, quel Rabiot 2.0 pronto ad essere protagonista nella sua seconda vita in bianconero.

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