Ronaldo vs Ibrahimovic: numeri da capogiro in questo avvio

Zlatan e CR7 sono gli assoluti protagonisti di questo inizio di stagione: nonostante l’età, continuano a stupire.

“Più invecchia il vino, più diventa buono”. Mai proverbio fu più azzeccato se parliamo dei due “vecchietti” del nostro campionato, delle vere e proprie leggende che in mezzo a tanti giovani, continuano ad essere decisivi: Zlatan Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo, rispettivamente 39 e 35 anni. Ciò che risalta all’occhio, però, è l’altissima media gol di entrambi: 1,86 P90 per CR7 (la più alta del campionato), 1,60 P90 per Ibra, al terzo posto. In mezzo a loro, solo Muriel (1,66 gol P90). Nonostante, però, medie realizzative simili, hanno ruoli e compiti diversi nelle rispettive squadre, evidenti se analizziamo alcuni dati.

CR7 “il borghese”, con lui si parte da 1-0

Cristiano Ronaldo non lo scopriamo di certo oggi. 5 palloni d’oro, 5 Champions League, 4 volte scarpa d’oro e tanti massimi campionati nazionali non si vincono per caso; ciò che però stupisce di questo grande atleta è sicuramente la cultura del lavoro, la mentalità, la determinazione nel prefiggersi un obiettivo (e raggiungerlo) e la costanza nel tempo. Infatti, nonostante le due assenze a causa del Covid e l’età che avanza, CR7 è già a quota 6 reti (con 11 tiri in porta, 54% di realizzazione) in 4 presenze (3 da titolare), per un totale di 290 minuti: cifre mostruose, che confermano come il portoghese continui ad essere un’autentica macchina da gol.

Ronaldo

Ciò che sorprende, però, è altro: che Pirlo risparmi il “lavoro sporco” al portoghese in fase di non possesso è cosa ormai nota, ma il dato diventa ancora più evidente analizzando alcune statistiche. Sono, infatti, soltanto 22 i contrasti effettuati dal portoghese in queste prime giornate, di cui 13 persi e 9 vinti, a conferma del fatto che gioca più quando ha la palla tra i piedi. È chiaro, infatti, il cambio modulo della squadra bianconera in fase di non possesso: un 4-3-3 che diventa rapidamente 4-4-2, con Ronaldo fuori dalla fase difensiva e l’esterno opposto (Chiesa o Kulusevski) che scala sulla linea dei centrocampisti.
Un altro dato rilevante è relativo ai duelli aerei: sono 5 totali (2 vinti e 3 persi), troppo pochi se pensiamo che Dzeko, per esempio, ne ha totalizzati ben 37; dato che evidenzia quanto alla Juve piaccia più fornire palloni “puliti” al portoghese, con trame di gioco palla a terra a tratti definite.

Il fenomeno di Funchal, dunque, predilige ovviamente giocare più con la palla tra i piedi e non nella propria metà campo (78/95 passaggi li ha effettuati nella metà campo avversaria), ed è un dato immediatamente percepibile guardando un match dei bianconeri; soprattutto nell’ultimo turno contro la Lazio, dopo il vantaggio, aumentata la pressione biancoceleste, la Juventus ha rischiato di subire il gol del pareggio (arrivato poi nel recupero), ma ha dimostrato di poter essere letale con CR7 in contropiede (come in occasione dell’incrocio dei pali colpito nel primo tempo).

In conclusione, ciò che evince da queste prime giornate è che Pirlo ha deciso di sacrificare altri giocatori in fase difensiva, per permettere a Ronaldo di non sprecare tante energie e poi essere letale in zona gol; e, viste le statistiche, al tecnico bianconero e alla Juventus va più che bene così.

Ibra, un uomo in missione

Alzi la mano chi avrebbe solo immaginato, a 39 anni, un inizio di stagione così per Zlatan, e per estensione, tutto il Milan, con ben 8 gol e la vetta della classifica cannonieri!
La squadra di Pioli si bea della presenza del suo fuoriclasse, ricevendo un’infusione di fiducia in tutti i suoi componenti: uno degli effetti della presenza di Ibra, è proprio quello che deriva dalla sua capacità di spingere i compagni a dare sempre il massimo, riuscendo a tirare fuori il meglio da chi gli gioca accanto. Non è un caso che dal suo arrivo, a gennaio scorso, Calhanoglu (ma anche Kessie, Leao e Rebic) abbia fatto lievitare il suo rendimento diventando un giocatore insostituibile. Possiamo davvero parlare di effetto Ibra.

Ibrahimovic

Ma Zlatan è molto di più, e ci sono i freddi numeri a testimoniarlo. Il Milan si appoggia tantissimo al suo attaccante, utilizzandolo come un vero e proprio regista avanzato, sia attraverso un lancio lungo, che con palla bassa: i 161 passaggi effettuati nella zona offensiva – su 187 totali – lo testimoniano, come è evidente la differenza dal gioco della Juve, che cerca CR7 principalmente quando l’azione sta diventando pericolosa per la porta avversaria.
Dai dati è evidente che Ibra, sfruttando il suo fisico, faccia la guerra con gli avversari, tenendoli impegnati e riuscendo a liberare spazi per i compagni: sono indicativi i ben 33 duelli aerei vinti su 46, a testimonianza che i rossoneri utilizzano il lancio lungo come variante di gioco (e le 14 volte che è stato pescato in fuorigioco rafforzano questo), ma ancora di più i contrasti, ben 67, di cui 44 vinti, il 65% (se pensate al dato di Ronaldo è evidente la differenza di stile di gioco tra i due).

Abbiamo detto fisicità? Dentro l’area Ibra tocca il pallone ben 57 volte, facendo valere la sua stazza, creandosi ben 25 palle gol nei 18 metri avversari. Proprio nel match contro il Verona, la sua predominanza fisica è stata lampante: nell’ultima mezz’ora ogni palla recapitata dentro l’area di Silvestri era sua preda, e ogni volta veniva fuori qualcosa di pericoloso.

Davanti a tutto questo lavoro, le 4 big chance sprecate (di cui due rigori), sono ampiamente perdonabili!

Domenico Cannizzaro, Andrea Moi

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