Come potrebbe giocare l’Inter di Simone Inzaghi

Tra partenze, grandi ritorni e giovani promesse, il mercato dell’Inter ha risolto i problemi di profondità della rosa, specialmente in mediana. Le avversarie corrono, l’Inter riuscirà a tenere il passo?

Simone inzaghi

Nonostante la delusione Scudetto, la prima stagione di Simone Inzaghi non può che ritenersi più che positiva. Tante le incognite un anno fa dopo gli addii di tanti elementi chiave, nonché del condottiero Conte. In pochi mesi il tecnico ex-Lazio ha creato un’identità del tutto nuova, quasi diametralmente opposta a quella precedente, cucita sulle caratteristiche dei propri giocatori. Primo attacco della passata stagione con 84 gol a fronte di 90.38 attesi e seconda miglior difesa con 32 subiti. La mancanza di alternative all’altezza all’interno di un centrocampo ampio e poco omogeneo e il calo contemporaneo a livello realizzativo dei propri attaccanti nel momento clou della stagione – nonostante una costante produzione offensiva – sono risultati determinanti. Il mercato, forse più attento all’occasione che al profilo, si è concentrato nel colmare queste lacune riportando a casa Lukaku e allungando la rosa nelle zone nevralgiche.

Il gioco di Simone Inzaghi

simone inzaghi

Il 352 è il modulo riferimento che il tecnico piacentino nel corso della sua carriera ha dimostrato di saper declinare a seconda delle caratteristiche della rosa a disposizione. Alla Lazio prediligeva un atteggiamento più conservativo, fatto di reparti compatti, pressione non esasperata e transizioni offensive veloci in modo da esaltare le caratteristiche verticali dei propri avanti ed permettere la convivenza dei propri interni di centrocampo. All’Inter Inzaghi ha trovato una rosa diversa, dotata di minor verticalità e maggiore propensione al controllo del gioco. In pochi mesi ha dimostrato di saper lavorare anche con principi di gioco differenti, sempre atti a valorizzare le caratteristiche in campo, quali costruzione insistita dal basso, rotazioni, controllo del possesso e pressione alta e costante.

La prima costruzione è finalizzata a “chiamare fuori l’avversario” inducendolo al pressing e, tramite un eccellente proprietà tecnica in palleggio, trovare il campo alle sue spalle. Il portiere, che partecipa attivamente, due centrali e uno dei due play – Brozovic e Calhanoglu – formano il rombo nel primo possesso. Il terzo centrale – solitamente Bastoni – si alza esternamente, mentre l’altro play gravita dietro la linea di pressione e viene cercato appena possibile. Se l’avversario sceglie di attendere compatto nella propria metà campo, l’Inter si alza e cerca l’ampiezza. Il centrale di difesa palleggia con il vertice basso di centrocampo, mentre i due braccetti ricercano l’ampiezza, con i due esterni di centrocampo liberi anche di accentrarsi in attesa di riempire l’area di rigore.

Nella passata stagione la catena sinistra composta da Bastoni, Calhanoglu e Perisic era deputata alla costruzione dell’azione in virtù delle proprie capacità tecniche e abilità nel gestire le rotazioni e nell’occupazione dello spazio. Alla catena di destra era richiesta perlopiù puntualità e decisione nell’attaccare il lato debole nei veloci cambi di gioco, sfruttando le doti d’inserimento di Barella e di attacco dell’area di rigore di Dumfries. La coppia di attacco è costituita da un giocatore con maggior attitudine alla partecipazione e alla rifinitura gravitando tra le linee e un giocatore più attento ad attaccare lo spazio dietro alla linea difensiva avversaria. In fase difensiva il baricentro è sempre molto alto, atto ad un recupero veloce ed aggressivo nella transizione negativa. Rispetto all’esperienza contiana, anche ai centrali e al vertice basso di centrocampo viene richiesto di alzarsi, anche in zone molto alte di campo, accettando il rischio del campo alle spalle.

La possibile formazione

Difesa

Milan Skriniar of FC Internazionale
ROME, ITALY – MAY 11: Milan Skriniar of FC Internazionale during the Coppa Italia Final match between Juventus and FC Internazionale at Stadio Olimpico on May 11, 2022 in Rome, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

In porta, per il dopo Handanovic, è arrivato Onana. Inzaghi tuttavia ha confermato la titolarità del portiere sloveno, nonostante le critiche, anche per questa stagione. Ci aspettiamo comunque un’alternanza tra i due estremi difensori durante l’anno. A meno di sorprese dal mercato, gerarchie definite nella linea difensiva. De Vrij, protagonista di una stagione negativa, con il mancato arrivo di Bremer è, ad ora, confermato al centro e chiamato ad alzare il livello delle sue prestazioni. Sul centrodestra, nonostante le sirene parigine, il posto è di Skriniar. Solido e aggressivo in marcatura, pericoloso sulle palle inattive e pulito nella prima impostazione (92.86% passaggi completati, terzo assoluto in serie A). La sua riserva è D’Ambrosio, sempre affidabile e puntuale sulle palla da fermo. Sul centrosinistra Bastoni garantisce ampie soluzioni nella risalita del campo, attraverso conduzioni palla al piede e precisi passaggi progressivi. Nel ruolo di supersub, ecco Dimarco e i suoi numeri pazzeschi: primo assoluto per cross riusciti, chance create e key pass nei 90′ (ne abbiamo parlato qui). Prima alternativa sul centrosinistra sia in assenza di Bastoni che come arma offensiva a gara in corso, ma attenzione ad un suo impiego come esterno a sinistra. Manca ancora un centrale, possibile un arrivo low cost o di prospettiva dal mercato.

Centrocampo

Nicolò Barella, Inter

Voci di mercato anche per Dumfries, ma la fascia destra per ora è sua. Capacità aerobiche e atletiche e tempi di inserimento consentono all’esterno olandese una presenza costante in area di rigore avversaria. Dopo un’iniziale e comprensibile periodo di adattamento, è diventato una pedina inamovibile, raccogliendo 5 gol (a fronte di 6.44 attesi, terzo nell’Inter) e 5 assist. Parte dietro Bellanova, neo acquisto che ha ben figurato nella passata stagione con la maglia del Cagliari. Facilità di corsa, dribbling e precisione al cross sono le suo doti principali. Qualche lacuna in fase difensiva, ma protagonista assoluto nella manovra offensiva sarda (secondo nel Cagliari per chance create nei 90′) A sinistra destano qualche preoccupazione le difficoltà fisiche palesate da Gosens nel pre-campionato. É stato utilizzato Dimarco in questo ruolo nelle ultime uscite con ottimi risultati, garantendo pulizia in impostazione e precisione al cross. Può essere una soluzione replicabile in futuro, ma la titolarità rimane del tedesco. Darmian alternativa affidabile per entrambe le fasce (ed eventualmente anche terzo di difesa). Da vertice basso Brozovic è protagonista indiscusso della costruzione nerazzurra (terzo assoluto per passaggi tentati e riusciti) e fondamentale anche in fase difensiva (primo nell’Inter per palloni rubati e tackle). Regista totale. Alla sua destra Barella ha raccolto 3 gol e 12 assist (secondo dietro solo a Berardi), vedendo una progressione costante nell’apporto offensivo in termini di gol+assist durante la sua esperienza interista. Sul centro-sinistra Calhanoglu supporta il croato nei compiti di regia, risultando secondo assoluto in serie A per key pass. 7 gol e 12 assist, frutto anche di doti balistiche eccellenti su palla inattiva. Dal mercato sono arrivati rinforzi importanti. Mhkitaryan presumibilmente si alternerà spesso e volentieri con il turco per coprire la zolla sul centro-sinistra. Una soluzione decisamente più offensiva, all’armeno verranno richiesti compiti diversi rispetto all’ultima stagione romana. Più trequartista, meno mezzala di raccordo, in modo da esaltarne le qualità nel dribbling, rifinitura e finalizzazione. Asllani non sarà solo la riserva di Brozovic, ma risulterà particolarmente utile anche nel far rifiatare Barella nei momenti clou della stagione (ne abbiamo parlato qua). Gagliardini sesto centrocampista.

Attacco

Lukaku

É tornata la Lu-La. Lukaku nell’ultimo anno all’Inter – prima della parantesi negativa al Chelsea, conclusa comunque con 14 gol in tutte le competizioni – ha concluso il campionato con 24 gol e 11 assist a fronte di 23.43 xG. Tocca ora ad Inzaghi far coesistere i principi solidi dell’Inter della passata stagione e la spiccata verticalità e fisicità del gioco dell’attaccante belga. Lautaro Martinez è primo assoluto nella scorsa serie A per tiri e tiri in porta nei 90′ (qui il dato). 18 gol e 3 assist, a fronte di 24.57 attesi. Una differenza sostanziale, la cui causa da ricercare nei tre errori dal dischetto e in un calo performativo nella finalizzazione coincidente con la crisi di risultati di inizio primavera. Scende nelle gerarchie Dzeko che, a 36 anni compiuti ha dimostrato di non riuscire a garantire titolarità costante e continuità di rendimento. Rimane comunque un’alternativa di primissimo livello, capace di unire fisicità a qualità tra le linee e visione di gioco. Primo per dribbling tentati e riusciti nell’Inter, Correa garantisce maggior imprevedibilità, conduzione palla al piede e verticalità. Gli infortuni rimangono un problema: 1024′ giocati.

Punti di forza

  • Capacità di adattamento di Inzaghi
  • Dominio del gioco e qualità nel possesso
  • Enorme produzione offensiva
  • Pressing aggressivo ed organizzato
  • Rosa profonda e completa nei reparti
  • Maggior efficacia nella finalizzazione con Lukaku

Debolezze

  • Possibile difficoltà di inserimento di Lukaku in un contesto peculiare
  • Addio di Perisic
  • Possibile difficoltà di coesistenza di Gosens e Dumfries
  • Mancanza di un difensore centrale affidabile

Battitori

  • Calci di rigore: Lukaku, Calhanoglu, Lautaro
  • Punizioni: Calhanoglu, Dimarco, Brozovic
  • Corner: Calhanoglu, Dimarco, Brozovic

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