Toloi agli Europei con l’Italia: perché sì, perché no

Il capitano atalantino ha ottenuto la cittadinanza italiana ed è divenuto arruolabile per la nazionale di Roberto Mancini

Rafael Toloi in Nazionale?

Rafael Toloi, brasiliano di nascita ma di origini italiane, ha incassato il sì della Federcalcio e il via libera della Fifa per vestire la maglia della nazionale italiana. Abbiamo provato a capire se il capitano della Dea può già rappresentare un’opportunità per Mancini e trovare un posto tra i 25 che giocheranno l’Europeo 2021.

Perchè Sì:

Toloi è un giocatore che ha una discreta esperienza internazionale; ha giocato per anni in Brasile prima di venire a Roma e successivamente di accasarsi a Bergamo, dove ha disputato due edizioni della Champions League e una dell’Europa League da titolare inamovibile, marcando i talenti di Manchester City, Dortmund, PSG e Real Madrid, tra le altre.

31 anni ad Ottobre, Rafael Toloi è nel pieno della sua maturità; giocatore fisico, tatticamente intelligente, in grado di giocare d’anticipo e successivamente di creare superiorità numerica gettandosi in avanti, può essere un ottimo giocatore per la difesa della nazionale italiana in vista di Euro 2021, con alcuni accorgimenti.

In campionato visti gli infortuni dell’Atalanta è stato costretto a fare da quinto di difesa con risultati discreti, mostrando la sua capacità di stare, seppur con caratteristiche difensive, in fascia; potrebbe quindi fare il terzino destro nell’Italia, giocandosi il posto con Florenzi e Calabria, sfruttando la particolare interpretazione del ruolo. Infatti mentre il terzino sinistro di Mancini (Emerson o Spinazzola) si alza sulla linea degli attaccanti per fornire ampiezza, il terzino destro resta bloccato formando una linea di costruzione a 3, risultando simile alla fine a quella atalantina anche durante le transizioni difensive. Toloi potrebbe essere il miglior interprete per le richieste del mister.

Come centrale potrebbe sfruttare il fatto che la maggior parte dei difensori, escluso Bonucci (e Mancini, tornato nelle grazie dell’omonimo allenatore), sono sinistri (Acerbi, Romagnoli, Bastoni, Chiellini), per ritagliarsi un ruolo come vice del regista difensivo juventino, senza però poter ambire alla titolarità.

Perché no:

In tre parole: difesa a tre. Toloi gioca in un ecosistema particolare creato da Gasperini ormai dal 2016, dove il focus non è mai sul pallone ma sempre sull’uomo preso in consegna, sulla fisicità e sulla libertà di movimento anche in zone offensive; Toloi è uno dei centrali che si sgancia di più e che crea maggiormente superiorità numerica, ma questo è consentito proprio dal particolare gioco del Gasp.

L’adattamento ad una difesa a 4, anche se diventa a 3 in fase di possesso, è quindi tutto da scoprire, potendo risultare problematico specialmente in un lasso di tempo così corto come le gare di qualificazione di Marzo e le amichevoli di preparazione prima dell’inizio della competizione. Portarlo non sarebbe una grossa sorpresa, ma lasciarlo a casa per mere ragioni tattiche sarebbe più che comprensibile.

La stagione di Toloi, in numeri

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