Barak, il tuttofare del Verona di Juric

L’ex Udinese è diventato imprescindibile per Juric e sta trovando la sua dimensione con la maglia dell’Hellas

Antonin Barak

Nona in classifica e terza miglior difesa del campionato al pari della capolista Inter (24 gol subiti). Nonostante la rivoluzione estiva sul mercato, l’Hellas Verona è stata capace di stupire anche quest’anno. Non solo cessioni importanti (Kumbulla, Empereur, Rrahmani, Amrabat, Pessina) per il d.s. D’Amico, ma anche acquisti mirati e funzionali, come quello di Antonin Barak, che hanno permesso a Juric di continuare a lavorare sul progetto tecnico-tattico iniziato la scorsa stagione. 

I cinque gol di Barak

L’incursore 26enne ha trovato contro il Parma il suo quinto gol in campionato in 19 presenze (17 da titolare) in maglia gialloblù, diventando il capocannoniere della squadra insieme a Zaccagni, l’altra mezzapunta nel 3-4-2-1 di Juric. Il ceco ha giocato il 78% dei minuti in Serie A: segno che se sta bene, per il tecnico è imprescindibile. Perché Barak non fa solo gol: Barak lotta, corre e ripiega in fase di non possesso e si inserisce creando nuove soluzioni quando la palla ce l’hanno i compagni. E fa anche gol.

La rete contro il Parma è l’unica di testa del suo campionato: prima i due centri con inserimento a fari spenti contro il Benevento, poi il tap-in contro il Milan dopo un calcio d’angolo e un altro inserimento in area contro il Napoli. Curiosità: tutti i suoi gol sono arrivati da dentro l’area di rigore e 2/3 incursioni (non contando i gol da corner) sono state illuminate dai filtranti di Zaccagni. La prima punta e gli esterni si inseriscono in mezzo e portano via gli uomini, le due mezze punte si cercano e vanno in porta. I 4.22 xG di Barak contro i 5 gol segnati rendono l’idea.

Stagione 20/21: in verde i gol, in blu i tiri salvati, in viola i tiri bloccati, in rosso i tiri fuori.

Barak fuori dall’area di rigore

Ma Barak non gioca solo sotto-traccia: sono 20 su 27 i dribbling riusciti, percentuale niente male. Sui 27 tiri del suo campionato (senza considerare l’ultimo arrivato Lasagna, è il veronese che ha calciato di più da inizio campionato), solo 10 hanno trovato lo specchio: questo è un aspetto da migliorare, ma giustificabile se si guardano i 119 palloni recuperati (solo Tameze e i due esterni Faraoni e Dimarco hanno fatto meglio) e i 17 tackle effettuati finora. Tradotto: il #7 di Juric è determinante anche in fase difensiva, durante la quale si abbassa e affronta fisicamente gli avversari (40 falli commessi, più di tutti i suoi compagni). Anche se la fase di interdizione non è ancora del tutto “pulita” e c’è qualcosa da migliorare: sono 84 i contrasti vinti e 122 quelli persi, così come sono 34 i duelli aerei vinti e 44 quelli persi, nonostante il metro e novanta di altezza. 

A riprova del fatto che Barak sia più un centrocampista che un attaccante, ci sono anche i 661 passaggi effettuati (anche qui, solo Tameze e Dimarco hanno numeri più alti) dei quali però solo 18 sono “key passes”, con una sola chance creata. Le chance mancate sono invece 4: dopo tutto il lavoro tecnico e fisico in mezzo al campo, Barak non sempre può arrivare lucido in fase offensiva.

In sostanza, Antonin Barak, funge da mezzala aggiunta nello schema del Verona, con la licenza di andare ad offendere quando le situazioni di gioco gli permettono di arrivare dentro l’area avversaria. Un po’ come se fosse un esterno a tutto campo, ma che gioca dentro del campo. Un tuttofare imprescindibile, sia dietro che davanti, nello scacchiere di Ivan Juric.

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