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Portieri azzurri, chi portare all’Europeo?

Il CT Roberto Mancini avrà di fronte a se un quesito a cui sarà difficile dare risposta. Al fianco di Donnarumma, quali portieri avranno la maglia della nazionale all’Europeo?

Su un portiere non ci sono dubbi, su tanti altri sì. Però prima di scaglionare i vari candidati, due parole su Gianluigi Donnarumma sono d’obbligo. Il suo posto sembra consolidato all’interno della rosa degli azzurri; il numero 99 rossonero è uno dei migliori portieri del campionato, dimostrando la sua importanza per il Milan sia tra i pali (1,15 gol presi a partita, 34% di clean sheet negli ultimi due anni, 72,2% di percentuale di tiri parati, che scende a 67% nei tiri a breve distanza), che con il pallone fra i piedi, come dimostrano le sue alte percentuali di riuscita in costruzione (87% nella propria metà campo, 38,48% per i lanci nella metà campo avversaria, secondo miglior dato).

Prendiamo dunque i suoi dati come esempio per confrontare gli altri candidati per la maglia della nazionale, scelti per prestazioni in ascesa, e per presenze all’interno del gruppo squadra azzurro.

N.B. tutti i dati sono riferiti agli ultimi due anni di Serie A.

Marco Silvestri

L’estremo difensore scaligero si sta prepotentemente candidando per un posto nella truppa azzurra grazie a due anni giocati a livelli altissimi, specialmente tra i pali. Silvestri infatti è uno dei migliori portieri del campionato, sollecitato molto spesso (3,47 parate ogni 90 minuti), ma comunque in grado di lasciare la porta imbattuta più volte, ben 13 nel corso delle ultime due stagioni.

In confronto agli altri portieri presi in considerazione, Silvestri tocca meno il pallone, visto che Juric non chiede al portiere gialloblù di iniziare il gioco dal basso, ma di lanciare lungo per sfruttare i duelli aerei più avanti sul terreno di gioco; Silvestri compie 33 tocchi a partita, mantenendo una precisione di passaggi molto bassa (43%), dovuta appunto al sistema di gioco dell’Hellas Verona.

Posta la poca attitudine dell’estremo difensore gialloblù a giocare dal basso, vediamo invece una grande capacità tra i pali; ha la percentuale di parate su tiri nello specchio più alta tra tutti i portieri presi in considerazione, Donnarumma compreso (73,6%), anche se scende leggermente sotto il portiere milanista per quanto riguarda i tiri ravvicinati (66,5%). Questo è possibile grazie a delle performance spaziali sui tiri da lontano, sui quali Silvestri si esalta grazie alla sua forza nelle gambe, che gli è valsa il soprannome di “Gatto Silvestro”.

Alessio Cragno

Rientrato da un fastidioso infortunio alla spalla a inizio 2020, Cragno si è ripreso il posto tra i pali del Cagliari nonostante una concorrenza di livello come quella portata da Robin Olsen. Portiere atipico, che fa dell’esplosività il suo punto di forza vista la stazza fisica non imponente, Cragno ha continuato il suo percorso di crescita, mostrando dei picchi di forma veramente strepitosi, come nel primo tempo contro l’Inter nella partita di domenica scorsa, dove è sembrato realmente una saracinesca umana.

Il portiere cagliaritano è bravo a far iniziare il gioco dal basso (84% dei suoi passaggi corti vanno a segno), anche se non ha una squadra che imposta sistematicamente da dietro; ha una buona percentuale generale sui passaggi riusciti (circa 64%, lontano dalle eccellenze di Donnarumma, Gollini e Sirigu, ma molto superiore a Silvestri), e ha siglato anche un assist negli ultimi due anni.

Per quanto riguarda le statistiche tra i pali, Cragno è il portiere più sollecitato tra quelli presi in considerazione, con ben 4,35 parate effettuate in media a partita; a causa di una difesa in difficoltà ha chiuso solamente 5 partite con un clean sheet (sulle solo 28 giocate però). La percentuale di parate è simile a quella di Silvestri, non mostrando un effettiva differenza tra i due portieri sotto questo punto di vista, a parte lo stile di parata differente.

Pierluigi Gollini

Il portiere atalantino è tornato sotto le luci della ribalta dopo l’infortunio avuto questa estate, grazie ad una prestazione monstre e un rigore parato nell’ultima giornata a Cristiano Ronaldo (piccola pillola statistica: l’unico tra questi portieri ad aver parato più di un rigore negli ultimi due anni è Donnarumma, che ha un’irreale statistica di 4/9 rigori parati, il 44,6%), candidandosi nuovamente alla maglia azzurra.

Tra tutti i portieri italiani, Gollini è forse il più europeo, per lo stile di parata (tende a coprire le linee di tiro in maniera più vicina ai grandi europei, a differenza della maggioranza dei portieri italiani che è abituata ad attaccare il pallone) e per le capacità in distribuzione; con il 70,29% di passaggi riusciti è secondo solamente a Donnarumma in questo fondamentale, ma ha una precisione ancora migliore nel gioco corto e soprattutto nel gioco lungo (49,72%, un lancio su due viene recapitato a un giocatore atalantino) rispetto al portiere milanista.

Per quanto riguarda le abilità tra i pali, Gollini chiude con la porta inviolata il 27% delle sue partite, parando 2,5 tiri in media; rispetto agli altri portieri ha statistiche inferiori riguardo la percentuale di parate rispetto ai tiri effettuati (68,9%, unico sotto il 70) soprattutto per una carenza nei tiri ravvicinati, dove viaggia su circa 5 punti percentuali in meno dei giocatori sopracitati. Questo gap è spiegabile appunto con lo stile di parata differente; tendendo a coprire lo specchio della porta, Gollini spesso forza l’attaccante avversario all’errore, facendo andare indirettamente molte occasioni avversarie sul fondo, senza dover parare.

Ultima chicca riguardante il portiere atalantino: Gollini subisce l’84% dei gol da dentro l’area; questo significa di contro che è molto preparato sui tiri da fuori, dove riesce ad allungarsi e salvare spesso la sua squadra, per informazioni chiedere a Vlahovic.

Mattia Perin e Salvatore Sirigu

Due giocatori che sono stati tanto nel gruppo azzurro, ma per vari motivi non sono mai riusciti ad affermarsi ai massimi livelli, vivendo invece un periodo di involuzione che potrebbe farli uscire dal giro della nazionale.

Perin sta recuperando minutaggio dopo il ritorno tra le fila del grifone; ha dei valori simili a Cragno (subiscono le stesse percentuali di gol da dentro e fuori area), ma rispetto al cagliaritano ha statistiche inferiori sulla precisione dei passaggi corti e lunghi, e compie circa una parata in meno a partita. In fin dei conti con due partite giocate in più ha subito ben 11 gol più di Cragno.

Sirigu viene invece da un percorso di involuzione insieme al Torino; il portiere granata ha subito la bellezza di 91 gol nelle ultime due stagioni, quasi due a partita; nonostante questo compie 3,34 parate a partita (meno solo di Silvestri e Cragno), ed è uno dei migliori per parare tiri fuori area.

Rispetto a Perin, Silvestri e Cragno, l’estremo difensore granata ha delle ottime statistiche per quanto riguarda la distribuzione palla, trovandosi più vicino ai massimi interpreti del fondamentale, ovvero Gollini e Donnarumma; completa il 70% dei passaggi, e il 48,5% dei lanci lunghi, sfruttando bene le doti aeree di Belotti e degli altri torinesi.

Conclusioni

Se Donnarumma ha il posto assicurato in nazionale, c’è bagarre per gli altri due posti per partecipare all’Europeo; se Silvestri è il portiere più in forma al momento, c’è da tenere di conto che il portiere scaligero non è abituato a giocare dal basso, che è invece parte integrante della costruzione voluta da Mancini per gli azzurri. Ecco perché potrebbe partire un passo indietro rispetto a Gollini e Cragno, secondo noi.

Allo stesso modo, due portieri in secondo piano come Perin e Sirigu non vanno considerati del tutto fuori dai giochi, visto che conoscono il gruppo azzurro, e quindi sono parte integrante delle scelte di Mancini, come altri outsider che stanno però faticando ad imporsi anche in campionato, come Alex Meret del Napoli.

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