L’evoluzione di Nicolò Barella

Il centrocampista nerazzurro e della nazionale sta prendendo in mano il centrocampo interista, crescendo esponenzialmente

Nicolo Barella

La gavetta di Barella

Con 23 anni ed oltre 100 presenze in Serie A già totalizzate con le maglie di Cagliari ed Inter; non si può dire che Barella abbia dovuto fare anni nelle serie minori per imporsi, ma il cammino non è sempre stato rose e fiori.
Cagliaritano doc, fa il suo esordio a 17 anni (Gennaio 2015) in Coppa Italia, e a fine stagione in Serie A. Sembra pronto a un futuro luminoso con la maglia cagliaritana, ma dopo 5 presenze nella stagione successiva viene ceduto in prestito al Como, in Serie B, dove entra subito nel centrocampo lariano, ma non riesce ad evitare la retrocessione della squadra in Lega Pro.

A 19 anni, quindi, ha già vissuto sulla sua pelle la delusione di due retrocessioni, e si trova nuovamente in Serie A con il Cagliari di Rastelli; complice qualche infortunio, Barella scala le gerarchie e diventa finalmente titolare in un Cagliari che si salva con qualche stento a fine anno.

Da questo punto, l’ascesa è continua; diventa punto fermo dei sardi, segna il primo gol in Serie A (ne segnerà sei in una stagione) e diventa il più giovane capitano del Cagliari a 20 anni, mentre nella stagione successiva arriverà alle 100 presenze in maglia rossoblù, conducendo ancora il Cagliari alla salvezza, e convincendo l’Inter a puntare su di lui spendendo 37 milioni più bonus.

Già nella prima stagione si impone come titolare anche nel centrocampo nerazzurro, esordendo in Europa e risultando fondamentale per i meccanismi di Conte, fino a diventare inamovibile in questo campionato, giocando prima da trequartista, poi anche da regista (!) ed infine da mezzala.

La crescita continua di Nicolò Barella

Prendendo in considerazione gli ultimi 5 anni, possiamo vedere l’evoluzione avuta dalla mezzala nerazzurra, che nel corso del tempo ha ricoperto tutti i ruoli del centrocampo, compreso il play e il trequartista.

StagioneTocchiPass%PassPassAvantiTirixGxA
2016/201757,7737,7980,2%23,040,850,681,43
2017/201867,3246,0679,4%31,311,033,321,88
2018/201975,6552,3381,8%36,021,562,523,14
2019/202069,7953,0783,7%36,351,071,702,07
2020/202180,2760,7683,8%45,271,480,931,75

La prima statistica che salta all’occhio è il gran numero di tocchi di palla che fa Barella; il centrocampista della nazionale è un giocatore che vuole essere al centro del gioco, e possiamo vedere una crescita esponenziale della sua importanza nelle squadre di cui fa parte; infatti l’unico passaggio “in negativo” è stato corrispondente al trasferimento all’Inter, dove invece di essere la stella, è partito come comprimario, riducendo anche se di poco il numero di tocchi effettuati. Quest’anno il trend è tornato in crescita e Barella è più nel vivo del gioco che mai, nonostante abbia giocato alcune partite da trequartista, in un ruolo quindi meno deputato alla creazione di gioco dal basso.

Chiaramente il numero di tocchi influenza anche il numero di passaggi effettuati (che è infatti in crescita continua), ma non è detto che influenzi anche miglioramenti in statistiche avanzate relative ai passaggi; Barella quest’anno ha avuto un incredibile incremento nei passaggi in avanti, arrivando a fare circa 45 passaggi in avanti a partita (oltre il 50%!), contro i 36 dell’anno precedente, e i 23 del 2016/17, quando era un giocatore maggiormente conservativo. Solitamente a un aumento della verticalità dei passaggi corrisponde una diminuzione della precisione (semplicemente perché un passaggio in avanti è più rischioso), ma Barella ha mantenuto la precisione dell’anno precedente, incrementandola di 0,1%, rendendolo il miglior dato della sua carriera, anche migliore di quando passava in avanti circa la metà dei palloni di adesso.

Per quanto riguarda la fase offensiva, Barella non è un giocatore prettamente dedito alla finalizzazione, ma tramite le sue capacità tattiche e la corsa continua riesce comunque a rendersi pericoloso. Quest’anno ha già totalizzato 0,93 xG (1,70 xG in tutto l’anno precedente, escludiamo gli anni a Cagliari visto che ha calciato alcuni rigori che drogano il dato), trend che se mantenuto e convertito in gol potrebbe portare il centrocampista nerazzurro a chiudere la stagione a circa 4 gol; per fare ciò Barella ha aumentato esponenzialmente il numero di tiri (da 1,07 a 1,48 a partita), avvicinandosi al suo record in carriera (1,56 tiri a partita, nella stagione da trequartista a Cagliari), senza però perdere lo stesso numero di palloni, dimostrando una maggiore consapevolezza dei momenti della partita.

Inoltre Barella è migliorato molto nella creazione delle chance; ha già messo a referto 1,75 xA (in tutto l’anno passato ne creò 2,07), avendo ben 0,23 xA ogni 90 minuti, in pratica un assist ogni 4 partite. Anche per quanto riguarda le chance si nota come Barella sia al centro del gioco nerazzurro, avendo letteralmente raddoppiato il numero di occasioni ogni 90 minuti. E’ passato infatti dalle 1,21 a partita (inferiore solo all’anno da trequartista a Caglairi) a ben 2,43, mostrando ancora una volta una maturazione importante come calciatore non solo di quantità, ma anche di qualità.

Conclusioni:

Nicolò Barella è nato come mastino del centrocampo (il numero di gialli è sempre stato la riprova), ma negli anni si è reinventato regista, mezzala e trequartista. Dopo il salto all’Inter il centrocampista azzurro non si è tirato indietro, diventando forse il centrocampista più inamovibile per il gioco di Conte per come riesce ad unire qualità e quantità.

Quest’anno Barella ha avuto un’ulteriore impennata nelle statistiche a dimostrazione di come la sua crescita non è ancora terminata, e sta solo entrando nel prime della sua carriera; se continua con questi ritmi il #23 nerazzurro potrà diventare definitivamente uno dei migliori centrocampisti della Serie A, imponendosi anche a livello europeo.

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