De Bruyne, McTominay e Anguissa insieme? Conte ci lavora

Le nostre hot take sul Napoli che Conte sta forgiando in ritiro. Tante amichevoli, fino sempre il 433 ma qualcosa bolle in pentola

De Bruyne in maglia Napoli

Il Napoli è stata una delle squadre più attive sul mercato. A breve dovrebbero chiudersi due operazioni: l’arrivo di Gutiérrez dal Girona e la partenza di Raspadori verso l’Atletico.

Fin qui Conte, anche per necessità (McTominay ha avuto qualche problema fisico e si è allenato meno del gruppo), ha schierato in amichevole il 4-3-3 dello scorso anno, ma sta lavorando ad alcune varianti per inserire insieme McTominay, Anguissa e De Bruyne.

Le nostre hot takes su questo ‘nuovo’ Napoli.

Terzini e mezzali guideranno la produzione offensiva

Nella squadra lunga e attrezzata che Conte sta costruendo, i terzini e le mezzali avranno un impatto offensivo dirompente, ancor più evidente rispetto a quello degli esterni d’attacco. Le ali offensive come Lang, Neres e Politano – per quanto visto finora – sembrano avere il compito principale di sfruttare l’ampiezza, puntare l’uomo e creare superiorità. La loro funzione? Favorire il vero lavoro di invasione degli spazi, affidato a terzini e mezzali straordinariamente a loro agio nella trequarti avversaria: Gutierrez (5 gol e 15 assist nelle ultime 3 stagioni a Girona), Di Lorenzo, De Bruyne, McTominay e il “nuovo” Anguissa saranno incaricati di portare un cospicuo bottino in termini di gol e assist, in un continuo gioco posizionale di attacco degli spazi.

Conte prepara un Napoli con il quadrilatero a centrocampo

Troppa qualità per lasciarne fuori uno: vedremo spesso un Napoli schierato con tutti e quattro i suoi centrocampisti contemporaneamente (qui sul campetto). È una soluzione ancora in fase embrionale, ma a cui Conte sta lavorando, forse anche in ottica Champions: Di Lorenzo con compiti di costruzione salirà spesso dentro al campo, l’altro terzino, Gutierrez, avrà molta licenza di spingere e garantire ampiezza; a Politano l’incarico di giocare largo e dare equilibrio, con la soluzione più offensiva di Neres da quel lato. Il tutto, per esaltare al massimo le qualità di un quadrilatero di centrocampo dalle clamorose potenzialità: la rifinitura di Kevin De Bruyne che orbiterà intorno a Lukaku, gli inserimenti di McTominay e Zambo e il lavoro di pulitura e regia di Lobo, tutti insieme.

Lucca non è l’alter ego di Lukaku

Il modo di attaccare del Napoli cambia a seconda della presenza dell’uno o dell’altro. Con Lucca, che rimane più avanzato ed attacca spesso la breve profondità, si cerca di più la palla diretta. Lukaku, invece, ha più compiti di regista offensivo: viene spesso incontro a dare l’appoggio, favorendo gli inserimenti dei giocatori che orbitano intorno a lui. Un gioco spalle alla porta in cui è maestro – e in cui Conte sta cercando di sgrezzare anche Lucca – e che l’anno scorso gli ha permesso di raggiungere una doppia doppia da 14 gol e 10 assist. Non ci meraviglieremmo se a fine stagione il delta tra le reti di Lukaku e quelle di Lucca – che assolve maggiormente la funzione del finalizzatore, molto spesso cercato con palloni alti – non dovesse essere poi così elevato.

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