Il Valzer delle Panchine: L’Alta Rotazione degli Allenatori in Serie A

Scopri il caos in Serie A 2024/25: 18 squadre cambiano allenatore, tra esoneri, crisi e sorprese tattiche. Un valzer senza fine

Thiago Motta coach della Juventus

La stagione 2024/2025 della Serie A verrà ricordata non solo per l’equilibrio in vetta alla classifica e le sorprese nei bassifondi, ma anche e soprattutto per l’incredibile instabilità sulle panchine. Mai come quest’anno il nostro massimo campionato ha assistito a un simile viavai di allenatori: tra esoneri, dimissioni e subentri, il turnover è stato talmente elevato da rappresentare un vero record nella storia recente del calcio italiano. Immaginate, alla fine della stagione solo 2 squadre su 20 avevano mantenuto la loro gestione originale!

Questa dinamica ha inevitabilmente influenzato anche il mondo delle scommesse sportive, dove le quote pre-partita hanno subito forti oscillazioni legate ai cambi di guida tecnica. I migliori siti di scommesse sportive hanno dovuto aggiornare con rapidità le previsioni sulle squadre, tenendo conto delle nuove filosofie tattiche portate in dote da ogni allenatore subentrante. Gli scommettitori più esperti hanno imparato a monitorare non solo lo stato di forma delle squadre, ma anche l’impatto psicologico e strategico dei nuovi mister, elemento ormai cruciale nell’elaborazione delle giocate vincenti.

La crisi dell’identità tecnica

In passato, i club di Serie A erano noti per una certa pazienza nei confronti degli allenatori, concedendo loro tempo per costruire un’identità di gioco e far crescere la squadra. Oggi, invece, sembra che ogni sconfitta o serie negativa possa costare il posto a chi siede in panchina. La cultura del “tutto e subito” ha sostituito la progettualità: presidenti e dirigenti non accettano periodi di transizione e si aspettano risultati immediati, anche quando le condizioni oggettive – rosa limitata, infortuni, calendario difficile – suggerirebbero di attendere.

Ne è un esempio la Juventus, che ha aperto la stagione con Thiago Motta alla guida, reduce da un’ottima annata al Bologna. Dopo una partenza zoppicante e alcune brutte sconfitte, tra cui un 0-4 casalingo contro l’Atalanta, la dirigenza ha deciso di esonerarlo a marzo, affidando la squadra a Igor Tudor. Un cambiamento che ha portato risultati altalenanti e non ha risolto del tutto i problemi dei bianconeri.

Un Milan in confusione

Anche il Milan ha contribuito a questa girandola di panchine. Paulo Fonseca, ingaggiato con l’obiettivo di riportare i rossoneri tra le prime quattro, è stato esonerato a dicembre dopo una serie di pareggi deludenti e un gioco giudicato poco brillante. Il suo sostituto, Sérgio Conceição, ha impiegato settimane per dare un’identità alla squadra, ma con risultati comunque poco convincenti in Europa e in campionato. La sensazione è che la fretta di cambiare abbia peggiorato la situazione, aumentando la confusione tattica e minando la fiducia dei giocatori.

Napoli e la scommessa vincente (ma non senza polemiche)

Un caso particolare è rappresentato dal Napoli, che dopo una stagione difficile ha puntato tutto su Antonio Conte. Il tecnico pugliese ha imposto subito la sua impronta, riportando solidità difensiva e disciplina tattica. I partenopei sono tornati a lottare per lo scudetto, ma il rapporto tra Conte e la tifoseria è stato freddo, a tratti conflittuale, a causa di uno stile di gioco giudicato troppo conservatore. Eppure, i numeri parlano chiaro: il Napoli ha ottenuto più punti nel girone di ritorno rispetto a ogni altra squadra, dimostrando che in alcuni casi il cambio in panchina può davvero fare la differenza.

Antonio Conte sulla panchina del Napoli

La giostra delle medio-piccole

Mentre le grandi cercano la svolta con allenatori affermati, le squadre di medio e basso livello sono spesso costrette a cambiare per necessità. Il Lecce ha iniziato la scorsa stagione con Baroni, passato poi al Verona, e dopo tre cambi ha chiuso l’annata con un tecnico della Primavera in panchina. Il Genoa, dopo l’addio di Gilardino, ha puntato su Patrick Vieira, ma anche in questo caso i risultati sono stati altalenanti. Nelle zone basse della classifica l’instabilità è diventata la norma.

Effetti sul gioco e sui giovani

L’alta rotazione degli allenatori non è solo un problema organizzativo o mediatico: ha ripercussioni dirette sullo sviluppo dei calciatori, in particolare quelli più giovani. Ogni allenatore ha preferenze diverse, metodi di allenamento e visioni differenti su come costruire una squadra. Questo significa che un giovane che trova spazio con un tecnico, può essere accantonato dal successore. La mancanza di continuità rischia di rallentare la crescita dei talenti italiani, già penalizzati da un sistema che fatica a dar loro fiducia.

I costi dell’instabilità

Va inoltre considerato il costo economico di questi continui esoneri. Ogni tecnico ha un contratto da rispettare: esonerare un allenatore significa continuare a pagarlo, o raggiungere un accordo per la buonuscita. In molti casi si aggiungono i costi per lo staff tecnico che lo accompagna, spesso composto da almeno quattro o cinque professionisti. Per club già in difficoltà finanziaria, queste spese rappresentano un fardello non indifferente.

Verso un modello più sostenibile?

Alcune società hanno iniziato a riflettere su questa deriva. Atalanta e Bologna, ad esempio, hanno mostrato maggiore pazienza nei confronti dei loro allenatori, ottenendo risultati sorprendenti. La Dea, con Gian Piero Gasperini, è riuscita a qualificarsi per la Champions League per la terza volta in quattro anni, mentre i rossoblù hanno raggiunto vinto la Coppa Italia e valorizzato giovani talenti. Questo dimostra che la stabilità può pagare, se accompagnata da una visione tecnica chiara e coerente.

Conclusione

La stagione 2024/2025 ha confermato che la Serie A sta vivendo un’epoca di frenesia tecnica. Le società si muovono sull’onda dell’emozione e della pressione mediatica, sacrificando la continuità sull’altare del risultato immediato. Ma questa strategia, a lungo termine, rischia di compromettere la crescita del calcio italiano. È tempo di ritrovare equilibrio, investire sulla progettualità e dare agli allenatori il tempo necessario per costruire. Solo così il nostro campionato potrà tornare a essere un laboratorio di idee e non un eterno cantiere aperto.

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