Matteo Pessina non è un semplice comprimario

Uno sguardo al centrocampista dell’Atalanta, che una volta tornato dall’infortunio sta accumulando minutaggio nonostante la concorrenza

Sicuramente il suo ritorno è passato sotto traccia, anche a causa dell’infortunio patito nell’ultima giornata dello scorso campionato dopo un duro scontro di gioco col suo nuovo compagno Cristian Romero, ma non per questo Pessina non è un giocatore importante nell’idea di Gasperini, e il tecnico di Grugliasco ce lo sta facendo notare il più possibile. Nell’ultima serata di Champions League, ad Anfield, Gasp ha schierato Pessina titolare tra le linee, a ridosso della coppia Gomez-Ilicic, panchinando insieme Pasalic, Muriel, Zapata, Miranchuk e Lammers.

La maglia da titolare ad Anfield non è un caso, ma una dimostrazione della grande fiducia che Gasp ripone nel centrocampista italiano, reduce da una grande stagione a Verona; uno dei punti di forza di Pessina è la grande duttilità, che gli permette di giocare sia nel doppio mediano (dove deve fare i conti con Freuler, De Roon e Pasalic), che da trequartista, sfruttando anche l’indisponibilità di Malinovskyi, e la scelta di Gasperini di non utilizzare più Pasalic tra le linee (8 volte titolare in stagione tra Serie A e Champions League, ma sempre nella coppia di centrocampisti).

Pasalic e Pessina: il dualismo

Mario Pasalic ha iniziato questa stagione in sordina; spesso titolare, ha siglato solo un gol nella vittoria contro il Torino, e per il resto ha continuato ad ottenere occasioni nitide inserendosi in area con tempismo perfetti, e a sprecarle sistematicamente (basta vedere il finale contro lo Spezia dove ha avuto tre chance piuttosto evidenti per sbloccare il risultato). Questa mancanza di lucidità sotto porta può essere figlia della sua posizione in campo; rispetto all’anno passato, dove il croato ha fatto sia l’attaccante ombra che il trequartista. Finora infatti Pasalic è partito dall’inizio sempre nella coppia di mediani (spesso facendo “il Freuler“, ovvero l’incursore, ma talvolta disimpegnandosi anche come “De Roon“).

Pessina invece è reduce da una grande annata a Verona, da trequartista nel 3-4-2-1 di Juric; a differenza di Pasalic che crea molto e spreca tanto, Pessina seleziona accuratamente le sue occasioni. Calcia 1,09 volte per 90 minuti ma con grande precisione (centra la porta il 40% delle volte, convertendo in gol il 23,3% delle volte); a Verona entrava poco nell’area avversaria, facendo 3 tocchi a partita, ma sapeva essere incredibilmente efficace. Il suo gioco minimalista lo si vede anche nei pochi dribbling (1,66 a partita) ma spesso andati a buon fine con un buon 55% di percentuale. Insomma, poco fumo e tanto arrosto, visto che Pessina ha siglato ben 7 reti l’anno passato per i gialloblù.

Pasalic dalla sua ha invece migliori statistiche in rifinitura (anche a causa della squadra più offensiva, rispetto all’Hellas), visto che ha mantenuto un’alta percentuale di passaggi riusciti (90% nella propria metà campo, 85% nella metà campo offensiva), con ben 33 passaggi di media a partita giocati nella metà campo avversaria.
Pessina ha delle buone statistiche ma inferiori a quelle del croato anche a causa del suo stile maggiormente verticale; il centrocampista ex-Hellas infatti l’anno scorso conduceva il 36,8% dei suoi passaggi in avanti (contro il 22,5% di Pasalic), sacrificando precisione e un minor numero di possessi persi per creare un maggior numero di pericoli. La sua precisione nella metà campo avversaria infatti è solo del 75%, sintomo di quanto Pessina provi spesso il passaggio risolutivo.

Conclusioni:

Questo ballottaggio atipico non è importante solamente per ottenere una maglia da titolare nel centrocampo atalantino, ma anche per cambiare il volto alla squadra di Gasperini; infatti le caratteristiche molto diverse dei due giocatori permettono all’Atalanta di sviluppare gioco in modo praticamente opposto a seconda di chi scende in campo tra Pessina e Pasalic. Pasalic offre un calcio più ragionato e un riempimento costante dell’area avversaria, Pessina è maggiormente verticale e tende a restare in zona di rifinitura.

Aspettando il ritorno di Malinovskyi, e il definitivo inserimento di Miranchuk, Pessina si sta prendendo le luci della ribalta dimostrandosi perfettamente a suo agio nel sistema Atalanta, talmente a suo agio da scendere in campo da titolare ad Anfield portando a casa una vittoria storica.

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