Cotte – Yacine Adli

Finalmente Yacine Adli sta raccogliendo i frutti del suo lavoro: ormai padrone del nuovo ruolo di regista designatogli da Pioli, contro l’Atalanta ha dimostrato con personalità di essere “un giocatore da Milan”

Yacine Adli in maglia Milan

Dai soli 140 minuti racimolati nella prima stagione in rossonero ad affidatario delle chiavi del centrocampo del Milan: il percorso di crescita che ha portato Yacine Adli ad essere il sapiente gestore delle manovre della squadra di Pioli, fatto di molti “bassi” e pochi “alti”, di tante panchine e compromessi (come quello di arretrare notevolmente il suo raggio d’azione pur di essere utile alla causa), culmina nella prestazione matura e consapevole del classe 2000 contro l’Atalanta.

Luce a San Siro: riceve palla ed è subito proiettato alla giocata offensiva, con il primo controllo guarda sempre in avanti, sintomo dell’indole propositiva che lo contraddistingue. Con la sua facilità di palleggio, detta i tempi degli sviluppi rossoneri, ed è capace di alzare i ritmi a suo piacimento con eleganti accelerazioni palla al piede e illuminanti verticalizzazioni improvvise. Cercato con fiducia dai compagni, è il giocatore che effettua più tocchi (106) e completa più passaggi (77) tra i 22 in campo e il 2° per km percorsi (12.33), dato che certifica la grande condizione e la capacità di gestione lucida della sfera senza apparentemente accusare la fatica.

In lui le qualità limpide del trequartista sembrano combaciare sempre più con l’attitudine sporca e guerrigliera di chi vuole stare con autorità al centro del campo. Proprio la necessità di “snaturarsi” e uscire dalla sua comfort zone a costo di ritagliarsi spazio, lo sta portando ad affinare le sue qualità in fase di non possesso: partita dopo partita, Adli si sta rivelando un giocatore sempre più accorto nel posizionamento, capace di intelligenti letture che gli permettono spesso l’anticipo, aggressivo nell’accorciare in avanti e rognoso da affrontare nell’1v1. 

Oltre ai 9 recuperi e i 6 duelli vinti, contro i nerazzurri Pioli gli affida l’ingrato compito di marcare un cliente scomodo come Koopmeiners, uscendo vincitore del duello a tutto campo tra numeri 7: seguito come un’ombra dal francese, Koop non riesce a esprimersi sui soliti livelli, toccando pochi palloni e incidendo ancora meno.

Se dopo Monza, deluso per la prova personale e per il risultato negativo maturato, il francese aveva dichiarato – facendo grande autocritica – di “dover dimostrare di poter giocare nel Milan”, gare da protagonista come queste sono una replica perentoria: Yacine Adli, modello di perseveranza e attaccamento alla maglia, sta conquistando i tifosi con il suo atteggiamento positivo dentro e fuori dal campo.


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