Sulle orme di Duván Zapata
Via Zapata, dentro Scamacca. Gasperini ha una nuova punta da svezzare. I segnali sono già incoraggianti
![](https://media.kickest.it/2023/08/04102553/Gianluca-Scamacca.jpg)
Guarda e impara, ragazzo, sembra dire Gasperini a Gianluca, mentre Duván Zapata regge dal primo minuto l’attacco della Dea per la 153ª volta. Potrebbe anche essere l’ultima. Il Gasp probabilmente lo sa, e vuole approfittarne fin che può. È una lezione gratuita che offre al suo prossimo discepolo. Il titolo del corso: Come fare reparto da solo, riservato ai pesi massimi. L’Atalanta parte male contro un Frosinone arrembante; Duván dovrà caricarsi di nuovo la squadra sulle spalle, un perfetto momento pedagogico. Si stabilizza prevalentemente sul fronte mancino – non vuole calpestare i piedi a quel cavallo imbizzarrito di Lookman. La sua heatmap si tinge di un rosso acceso poco dentro la metacampo avversaria, nel centrosinistra. Tante volte, lì, serve fare a spallate, giocare di sponda, liberare lo spazio per gli inserimenti di Koopmeiners.
A Duván non piace aspettare la palla fermo in area di rigore. Che gusto c’è? Viene incontro, la tocca 44 volte (il suo compagno di reparto si fermerà a 9), la maggior parte delle volte a uno o due tocchi, con grande precisione (l’85,2% dei passaggi andrà a buon fine). Al minuto 12 i bergamaschi ripartono rapidi, De Roon trova Lookman tra le linee, il nigeriano non alza neanche lo sguardo: sa che Zapata si è abbassato per riceverla. Un piccolo movimento di bacino, quel tanto che basta per mandare al bar il difensore e sistemarsi il pallone sul mancino. L’occasione è ghiotta, dal piede del colombiano parte un missile terra-aria: alto.
Stai prendendo nota, Gianluca? Guarda che dopo tocca a te!
I padroni di casa raddoppiano, ma c’è ancora tempo. Gasperini si fida del suo puntero. Kolašinac manovra sulla sinistra, Ruggeri scarica su Éderson e Duván prende posto indietreggiando. Resta qualche metro davanti a Monterisi. Le braccia dell’orobico si allungano dondolando sui fianchi in modo veemente: la palla arriva rasoterra. Lui non l’attende, ne segue il movimento e la protegge prima ancora che gli giunga tra i piedi. Finta di corpo come andasse sul mancino, il difensore ci casca e lo lascia rientrare sul destro. Poi, Monterisi commette un altro errore: gli concede l’appoggio.
Zapata lo tiene lontano e in precaria coordinazione spara un fulmine nell’angolino. La partita è riaperta, l’Atalanta è ancora sotto, ma Duván ride, è felice come un bambino. È appena entrato nella storia del club bergamasco. Il miglior marcatore di sempre in massima serie con la maglia neroazzurra, 69 gol, alla pari con Cristiano Doni. Poco dopo prova anche a staccarlo, ma il suo colpo di testa da corner è sbilenco. La partita di Duván si chiude poco prima del settantesimo, con un gol a fronte di 0.24xG. Un gol voluto, cercato, creato dal nulla.
![duvan zapata in maglia atalanta](https://media.kickest.it/2023/08/04102842/duvan-zapata-1024x681.jpg)
Al momento della sostituzione il Gasp nasconde l’emozione. Gli batte il cinque, gli dice “bravo”, fingendo di pensare alla partita. In cuor suo si svolge tutt’altra conversazione.
– Il mio compito qui è finito, mister. Sono stato un bravo attaccante?
– No. Mi hanno detto che sei stato il migliore.
È il momento di Scamacca. Zapata si accomoda in panchina e guarda il suo successore operare secondo il concetto di mìmesis, cercando l’imitazione della forma ideale di punta gasperiniana. Gianluca, che ha dichiaratamente scelto l’Atalanta per Gasperini e vorrebbe tornare quell’animale capace di segnare 16 gol con la maglia del Sassuolo, si muove subito bene. Più che toccare palloni (appena 9), crea spazi, e mette subito davanti alla porta Scalvini, che spreca.
Qualche minuto dopo si avventa rabbiosamente sulla respinta del portiere dopo un tiro di De Ketelaere, ma è troppo scoordinato per indirizzare in rete. Fa niente, ci riprova: da un corner di Muriel trova bene il tempo per mangiare in testa a Romagnoli, ma il pallone finisce qualche centimetro sopra alla traversa. Scamacca guarda il cielo, stizzito e deluso da sé stesso. Il mister la pensa diversamente. L’alunno ha dato segnali incoraggianti, sta già imparando. Il dolce passato è già alle spalle, c’è tutto un futuro da costruire.