Chi è la favorita per lo Scudetto?

Ai blocchi di partenza l’equilibrio regna sovrano: la Serie A 23/24 si prospetta tra le più avvincenti degli ultimi anni

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Mai come quest’anno sembra impossibile sbilanciarsi su chi si fregerà del titolo di campione d’Italia. Le squadre candidate alla vittoria finale hanno subito defezioni importanti, investito molto sul mercato modificando radicalmente la rosa o cambiato guida tecnica in panchina. Nessuna tra le pretendenti – almeno in questa fase estiva di pre-campionato con ancora due settimane di calciomercato alle porte – sembra avere quel quid in più che le consentirebbe di staccare le altre e involarsi in solitaria verso il traguardo. Dopo i 9 anni di egemonia bianconera, nelle tre stagioni successive a salire sul tetto d’Italia sono state sempre squadre diverse (in ordine Inter, Milan e Napoli), indice di un rimescolamento delle forze in gioco che ha contribuito a riqualificare la Serie A come uno dei tornei più suggestivi e imprevedibili tra i campionati europei. Chissà che anche quest’annata non ci riservi delle sorprese.

I campioni in carica riusciranno a difendere il titolo?

Nella passata stagione il successo del Napoli non è mai stato in discussione, ma in quanti lo scorso agosto avrebbero indicato gli Azzurri come favoriti per la vittoria finale dopo le pesanti cessioni di Insigne, Koulibaly, Fabiàn e Mertens? Anche quest’anno non mancano le novità, a partire dalla panchina: a Luciano Spalletti, mente del trionfo partenopeo, è subentrato Rudi Garcia, vecchia conoscenza del nostro campionato, il quale avrà l’arduo compito di sostituire il tecnico dello storico terzo scudetto. Eredita un gruppo solido e un progetto ben avviato, forte del rinnovo di Victor Osimhen, ma orfano di Kim Min-jae, il miglior difensore del campionato 22/23. Naturalmente, a Garcia occorrerà del tempo per lasciare la sua impronta sul nuovo Napoli, che attende ancora rinforzi dal mercato dopo gli arrivi di Natan (successore di Kim) e Cajuste (che farà rifiatare Anguissa). L’allenatore francese può contare su una rosa profonda e fare affidamento su leader tecnici come Di Lorenzo, Lobotka, Kvaratskhelia e Osimhen, le cui caratteristiche si sposano a meraviglia con il suo stile di gioco fatto di possesso e ricerca della verticalità. Se la squadra assimilerà presto i concetti del nuovo allenatore, i presupposti per ripetersi ci sono tutti.

Lo scenario ai piedi della Madonnina: come partono Inter e Milan

I Nerazzurri dopo la finale di Champions League vogliono tornare protagonisti anche in campionato: decisamente troppe le 12 sconfitte nella Serie A 22/23, che hanno fatto vacillare pericolosamente la panchina di Simone Inzaghi. Il tecnico è ora saldamente alla guida e può contare su nuovi innesti di qualità come Frattesi, Thuram e Arnautovic e fare affidamento su una folta batteria di esterni rimpolpata da Cuadrado e Carlos Augusto, trovando inoltre in Bisseck una valida alternativa nel reparto difensivo. Tuttavia, non può passare inosservato il peso specifico dei giocatori che hanno salutato la Pinetina: Romelu Lukaku, che sembrava aver ritrovato lo smalto dei tempi migliori sul tramonto della scorsa stagione; Edin Dzeko, vero e proprio regista offensivo dei Nerazzurri, esperto uomo-squadra e autore di reti pesanti; Marcelo Brozovic, stakanovista ed equilibratore per eccellenza, nonché faro del centrocampo nelle due fasi; André Onana (a cui è subentrato Sommer), che con le sue parate e l’abilità con i piedi – anche a detta di Guardiola – aveva modificato radicalmente il modo di giocare della squadra. Un nuovo undici più giovane e che resta tra i favoriti, a cui la dirigenza ha saputo aggiungere interpreti su misura per il gioco di Inzaghi, che può contare sulla qualità dei suoi uomini chiave – Dimarco, Calhanoglu, Barella e Lautaro su tutti – ma che perde inevitabilmente qualcosa in termini di esperienza.

Serie A

Il Milan è invece la squadra che si è mossa di più sul mercato. Mentre la difesa è stata confermata praticamente in blocco, la sofferta cessione di Sandro Tonali ha permesso l’arrivo di numerosi volti nuovi che hanno colmato le lacune tecnico-tattiche riscontrate nell’annata precedente e allungato la rosa disposizione di Stefano Pioli, che ora avrà il compito di far coesistere tutto il talento a disposizione. Si riparte dalle sicurezze: Maignan, Theo Hernandez, Leao e Giroud dovranno guidare la squadra nel periodo di adattamento degli ultimi arrivati. Il centrocampo, in attesa del rientro di Bennacer, sarà affidato alla solidità di Reijnders e Loftus-Cheek; l’attacco invece abbonda di velocità e tecnica, ma scarseggia di maglie a disposizione: Pulisic sembra – almeno inizialmente – essere l’esterno destro designato da Pioli, con Chukwueze che scalpita e Okafor che può dare riposo sulla sinistra e come riferimento centrale. La curiosità intorno all’ambiente rossonero è grande, così come le aspettative dei tifosi dopo un mercato di tale calibro: bisogna però avere pazienza e dare all’allenatore il tempo necessario per creare la giusta chimica. Se l’adattamento al calcio italiano dei neo-acquisti sarà rapido, questo nuovo Milan, guidato con continuità da Stefano Pioli, potrebbe stupire fin da subito, premiando il coraggio e la visione della società.

Sarà l’anno della Capitale?

La Lazio è reduce da un’eccellente stagione, conclusa al secondo posto, in cui ha espresso un ottimo calcio. Nonostante la perdita di Milinkovic-Savic, al terzo anno di guida tecnica di Maurizio Sarri la rosa appare completa e profonda, grazie ad una serie di acquisti mirati che potrebbero esaltarsi nel 4-3-3 dell’allenatore toscano: Kamada è la mezz’ala che calza a pennello nel suo centrocampo, Rovella è il regista puro che mancava, Castellanos è un vice-Immobile (la cui integrità fisica è una discriminante non da poco) di assoluto livello e Isaksen si va ad aggiungere a una batteria di esterni dal tasso tecnico elevatissimo. La difesa, la seconda migliore della scorsa Serie A, è stata confermata in blocco. Sarà interessante capire la gestione degli impegni europei, nei confronti dei quali l’allenatore dei biancocelesti ha sempre nutrito una certa ostilità. Resta il fatto che la Lazio ha tutte le carte in regola per confermarsi ad alti livelli: tra le big è una di quelle che ha cambiato meno, ha un progetto ben avviato e meccanismi collaudati. Sarebbe poi così una sorpresa?

Sull’altra sponda del Tevere, la Roma cerca riscatto dopo la sconfitta nella finale di Europa League. Gli uomini di Mourinho vorranno implementare il loro bottino in campionato, condizionato dagli infortuni e da un rendimento sotto porta non adeguato nella recente stagione. Il mercato ha portato colpi importanti come N’Dicka e Kristensen, che vanno ad aggiungersi a una linea difensiva solida, Paredes e Renato Sanches a rinforzare il centrocampo e Aouar a portare fantasia e qualità sulla trequarti. La dirigenza è inoltre al lavoro per l’arrivo di un numero 9 – visto l’infortunio occorso ad Abraham all’ultima giornata della scorsa Serie A – che possa dare manforte a Paulo Dybala, vero e proprio uomo-squadra e faro dell’attacco della Roma. Sebbene la Roma non sembri attrezzata come le altre big, lo Special One ci abituato più volte ad imprese fuori dall’ordinario (chiedere conferma ai tifosi dell’Inter). Le sue squadre gettano sempre il cuore oltre l’ostacolo e se c’è qualcuno che sa guidare un gruppo alla vittoria, quello è sicuramente lui: il suo palmarès e la sua esperienza internazionale non hanno bisogno di presentazioni.

Qualche dato sulla Serie A appena conclusa

Vietato dimenticarsi della Vecchia Signora

Come si può tralasciare dal discorso scudetto la squadra che ne detiene per distacco il maggior numero nella storia del nostro campionato? Tre anni non esattamente brillanti hanno un po’ offuscato la striscia di dominazione incontrastata della Juventus, che da quest’anno vuole ritornare prepotentemente in corsa per il massimo titolo italiano. Max Allegri spera di lasciarsi alle spalle le turbolenze che nella scorsa stagione hanno destabilizzato a più riprese l’ambiente bianconero, culminate nell’esclusione dalle coppe europee. Sanzione che, analizzando lucidamente la situazione, porta solo giovamento alle Juve, che può in questo modo evitare trasferte in luoghi remoti dell’Europa di giovedì sera per dedicarsi interamente alla causa campionato. Tutto l’ambiente ha bisogno di serenità e Allegri è l’uomo giusto per gestire la situazione: a partire dai casi di Vlahovic e Pogba, fino ad arrivare a Chiesa, giocatori fondamentali a cui serve ritrovare la fiducia dei tempi migliori. In attesa di nuovi colpi dal mercato, l’innesto di Weah, giocatore duttile che può ricoprire diversi ruoli, porta corsa e freschezza. Si riparte dalle solite prerogative: solidità difensiva e gestione del risultato per raggiungere l’obiettivo minimo, i tre punti. Con le altre big in fasi transitorie di cambiamento e affaticate dai molteplici impegni infrasettimanali, quale occasione migliore per ritornare sul gradino più alto del podio?

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