Sabiri, la nuova sfida di Vincenzo Italiano

Il centrocampista marocchino rappresenta una soluzione tattica duttile e funzionale al nuovo modulo della Fiorentina.

Sabiri

Tra tutti i volti nuovi che vedremo al Franchi, il colpo più interessante della Fiorentina potrebbe provenire dal mercato dello scorso gennaio. Abdelhamid Sabiri non ha suscitato nei tifosi viola il fascino del nuovo acquisto, come se fosse un calciatore rimasto lontano dai campi per un lungo infortunio sul quale in pochi ripongono davvero qualche speranza. Tra questi c’è sicuramente Vincenzo Italiano, che nel precampionato lo ha sempre schierato, a volte dall’inizio e a volte a partita in corso, a volte sulla trequarti e a volte largo a sinistra.

E il fantasista marocchino ha fin qui ripagato la fiducia del proprio allenatore, risultando spesso tra le note più liete dei test amichevoli: 5 i gol segnati, di cui 2 gioielli su punizione. A Firenze non ricordavano più che si potessero battere calci piazzati senza il mancino di Biraghi. Italiano – che sembra aver definitivamente adottato il 4-2-3-1 – apprezza la duttilità del nuovo numero 8, che può svariare su tutto il fronte offensivo a supporto dell’unica punta ma che, nell’evenienza, è in grado anche di arretrare e agire da mezzala avanzata di un 4-3-3.

La concorrenza non è poca e nemmeno sprovveduta: il modulo sembra cucito appositamente attorno a Giacomo Bonaventura, nel tentativo di risparmiarlo dal dispendio energetico richiesto ai tornanti di centrocampo e sfruttarne l’intelligenza tattica tra le linee della difesa nemica. La prima riserva sarebbe Barak, che però porta con sé la nomea di scommessa fallita e pare destinato a un altro anno in panchina. Sulle fasce regna l’incertezza e le alternative si sprecano: l’unico titolare fisso dovrebbe essere Nico González, poi ci sono Ikoné, Brekalo, Sottil e Kouamé.

Abdelhamid Sabiri in maglia Marocco

Ma Sabiri ha caratteristiche singolari, un rifinitore atipico, capace di danzare col pallone tra i piedi nonostante una muscolatura apparentemente pesante e un po’ tozza che però gli permette di avere la meglio su molti scontri fisici e aerei (25 palloni rubati e 111 duelli vinti in 14 partite al suo primo anno con la Sampdoria). La sua principale qualità è il tiro da fuori: 33 in 18 gare ufficiali lo scorso anno, 11 nello specchio, 2 legni colpiti. E nelle prime amichevoli ha riconfermato le sue doti balistiche, candidandosi come specialista dei calci da fermo.

La stagione passata ha rappresentato una grande delusione. Il motivo è slegato dalle qualità tecniche, che rimangono indiscutibili: il lato oscuro di Sabiri rivela un atteggiamento spesso poco professionale, psicologicamente debole, insicuro. Genio e sregolatezza, come si dice, ma è una sregolatezza che fin qui ne ha offuscato il talento, tanto da influenzare l’entusiasmo dei tifosi. Perché il passato non si dimentica: prima ad Ascoli, poi a Genova, una partenza da sogno rovinata da motivi disciplinari e comportamenti quasi infantili, culminati in separazioni tutt’altro che felici.

Vincenzo Italiano allenatore della Fiorentina

Per questo Sabiri non è una semplice risorsa, ma una vera e propria sfida che un condottiero come Italiano non vede l’ora di affrontare. Il mister, al terzo anno sulla panchina viola, ha dimostrato di non voler lasciare indietro nessuno, valorizzando e dando nuova linfa vitale a giocatori che ci si immaginava ormai dispersi – Kouamé su tutti. A 26 anni compiuti, il nazionale marocchino potrebbe essere approdato nella giusta piazza, col giusto allenatore e col sistema di gioco a lui congeniale. Sa bene che non può sbagliare, ed è pronto a diventare maturo.

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