Fabbian e Sensi: tra pedine di scambio ed esuberi

L’Inter cerca il sesto centrocampista ma Inzaghi non sembra voler puntare sulle risorse tornate dai prestiti

Stefano Sensi in maglia Inter

Luglio: mese di nuovi acquisti, separazioni dolorose, contratti che scadono e, soprattutto, prestiti che rientrano. Alcuni destano curiosità – sono giovani, vengono da una stagione positiva e sembrano pronti a mettersi in mostra nel club da cui provengono. Altri fanno semplicemente pensare: “Ancora?”. Eppure, nonostante l’accoglienza sostanzialmente opposta, i destini di Giovanni Fabbian e Stefano Sensi sembrano avere di nuovo qualcosa in comune: la partenza. Anche se Inzaghi, dopo l’arrivo di Frattesi, è ancora alla ricerca del sesto centrocampista, non pare intenzionato a pescare tra le risorse a sua disposizione.

Non sono bastate, quindi, le 8 reti con la Reggina (più di qualunque altro compagno di squadra) al primo anno di Serie B. Per l’Inter, il classe 2003 Fabbian dovrà prima farsi le ossa in un club del campionato maggiore. Senza commettere, questa volta, l’errore di cedere il ragazzo a titolo definitivo come accaduto la scorsa sessione estiva di mercato con il talento Casadei. La società non ha ora l’urgenza di vendere i propri pupilli ma nemmeno la fretta – o la volontà – di farli esordire. Di sicuro riconosce nel giovane centrocampista veneto un asset importante: per il presente, come temporanea pedina di scambio, e per il futuro, come componente della prima squadra a tutti gli effetti.

Giovanni Fabbian in maglia Reggina

Forse, la scelta sorprende più da un punto di vista finanziario che tecnico. Il peso di Fabbian a bilancio è sostanzialmente nullo e, considerando il “mercato a costo zero” che vincola Marotta e Ausilio, poter contare su un prodotto del vivaio che a 19 anni ha dominato il campionato cadetto sarebbe da molti considerato un lusso. Eppure, già la gestione Asllani (o gli acquisti di Acerbi e Mkhitaryan) ha fatto intuire che Simone Inzaghi ci va molto cauto: preferisce affidarsi a giocatori esperti, già pronti. Inoltre, c’è da dire che Fabbian rappresenterebbe una soluzione tattica al momento ridondante. Giovanni è una mezzala d’assalto con buoni doti offensive (43 tiri in 36 partite, 1.37 ogni 90 minuti). Simile, forse troppo, a Barella e Frattesi – motorini implacabili senza il bisogno di rifiatare (lo stesso Fabbian, con la Reggina, ha una media di 79 minuti giocati a partita: praticamente insostituibile). Ecco perché la dirigenza dell’Inter sta sondando profili con caratteristiche diverse, più tecnici e meno di spinta, come Kamada o Samardžić.

Ed ecco perché, almeno per un attimo, era tornato di moda il nome di Stefano Sensi. Alcuni tifosi neroazzurri non hanno dimenticato quell’elegante promessa che al primo anno di Antonio Conte incantò San Siro con 3 gol e 1 assist nelle prime 7 giornate di campionato. Sono pochi, però, veramente pochi. Tutti gli altri si ricordano di un calciatore fragile, tormentato dagli infortuni fino a diventare quasi snervante. 78 apparizioni nelle ultime 4 stagioni, ma sporadiche, spesso incomplete, insipide. Una discontinuità che non gli ha mai permesso di rafforzare la sua percentuale realizzativa né la sua presenza in mezzo al campo. Nonostante la corporatura, infatti, ha una buona percentuale di duelli vinti (il 58.73% l’ultima stagione), ma il suo forte resta sicuramente l’intelligenza tattica. Capisce spesso in anticipo le intenzioni dell’avversario (col Monza ha recuperato 6.86 palloni ogni 90 minuti) e raramente perde il possesso (0.83 volte a partita, cifra ridicola in confronto allo straordinario numero di tocchi effettuati nello stesso lasso di tempo – 84.64).

Stefano Sensi in maglia Monza

Palladino, tuttavia, non ha ritenuto sufficienti le 28 presenze stagionali di Sensi, e lo ha rispedito al mittente. Il ventisettenne partirà in ritiro con i neroazzurri e, magari, proverà a convincere Inzaghi come fece Luis Alberto – quella mezzala sinistra di fantasia, il secondo regista capace di cucire le trame tra difesa e attacco. Ma gli ostacoli sono tanti: un peso a bilancio di oltre 9 milioni e una diffidenza cresciuta nel corso di cinque stagioni difficili. Il procuratore Giuseppe Riso ha escluso piste spagnole ma sta già cercando una nuova sistemazione in Serie A, possibilmente definitiva. Insomma, Fabbian e Sensi giocheranno, sì, ma non nell’Inter. Per uno è ancora troppo presto, per l’altro è forse troppo tardi.

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