Milan, senza Maignan la difesa è fragile

Quattro clean sheet in 17 partite per il Milan di Pioli, inversione di marcia rispetto alla passata stagione

Mike Maignan in maglia Milan

Non sta vivendo un momento molto positivo, difensivamente parlando, il Milan di Stefano Pioli. Nel match contro la Roma, valido per la 17esima giornata di Serie A, i rossoneri hanno preso due gol nel finale che hanno permesso ai giallorossi di riagguantare il pareggio in extremis e strappare un punto prezioso a San Siro. Pareggio che è anche costato il secondo posto in favore della Juventus.

E non sono di certo una novità le difficoltà difensive per il Milan in questa stagione. Quando siamo quasi giunti al giro di boa, sono appena quattro i clean sheet portati a casa dalla squadra di Pioli. Troppo pochi per una delle squadre coinvolte nella lotta scudetto.

Milan, da miglior difesa a difesa mediocre

I campioni d’Italia in carica hanno avuto una inversione di marcia netta a livello difensivo. Lo scorso anno hanno vinto il campionato potendo vantare, al termine del torneo, la miglior difesa (a pari merito con quella del Napoli), con 31 gol subiti in 38 partite. Ed in 38 partite sono anche arrivati 18 clean sheet, praticamente quasi un girone intero senza subire reti.

Quest’anno, quando per chiudere il girone di andata mancano due partite, di clean sheet ne sono arrivati solamente quattro. A meno di clamorosi colpi di scena, il Milan chiuderà quindi nettamente al di sotto dei numeri della scorsa stagione, sia a livello di reti inviolate che di gol subiti. Come detto lo scorso anno sono stati 31 in tutto il campionato, quest’anno – a 21 gare dal termine della stagione – i rossoneri ne hanno già subiti 18.

Storicamente inoltre a vincere il campionato di Serie A è la squadra che al termine della stagione può vantare la difesa meno battuta. Non è di certo una prerogativa necessaria, ma la storia ci insegna che molto spesso vincitrice e squadra con meno gol subiti combaciano, come appunto successo anche la scorsa stagione in casa Milan. Queste difficoltà difensive non promettono dunque bene nemmeno per il prosieguo della stagione.

Milan, l’assenza di Maignan si fa sentire

Il problema assume una connotazione più preoccupante se si pensa alla difesa rossonera dello scorso anno, composta dagli stessi protagonisti ma con risultati assai diversi. Le differenze che più saltano all’occhio sono due: Tomori e Maignan. Il primo è calato leggermente rispetto al difensore solido e sicuro che abbiamo potuto apprezzare nel corso dell’ultimo campionato. Probabilmente questa sicurezza persa deriva proprio dall’assenza di Maignan.

Il secondo è invece assente dal 1 ottobre scorso per un infortunio al polpaccio, che gli ha fatto saltare anche il Mondiale con la Francia, e non è ancora ben chiaro quando tornerà. Senza nulla togliere al suo sostituto, Tatarusanu, ma senza il francese il Milan tra i pali ha perso sicurezza e leadership. Il rumeno non dà le stesse garanzie di Maignan e soprattutto non riesce ad imporsi come fa il francese, specialmente a livello caratteriale.

E la conferma, se ce ne fosse stato davvero bisogno, è arrivata anche nel big match contro la Roma. Nel corso del primo tempo, in una sortita offensiva sulla fascia destra, la Roma arriva al cross con Celik; Tatarusanu accenna l’uscita ma, capendo di non poter arrivare sul pallone, torna sui suoi passi e viene “salvato” da una diagonale difensiva di Calabria che mette in angolo. A quel punto interviene Tomori che sgrida platealmente il suo portiere, spiegandogli a gesti dove si sarebbe dovuto mettere per intercettare tranquillamente il cross.

Ed in quel siparietto durato qualche secondo che risiedono tutti i problemi dei rossoneri. La fragilità difensiva mostrata da quando manca Maignan tra i pali. La sicurezza persa che in certe occasioni manda in bambola tutto il reparto. Manca la voce guida di Maignan, è lampante, ed era stato lo stesso Tomori, nel corso del ritiro di Dubai, a specificarlo: “Mike è un giocatore importante per noi e quando è in porta, è meglio per noi perché è tra i top del mondo. Parla sempre“. Ed è questa la differenza sostanziale tra i due portieri. Pur non avendo fatto grossi errori, né contro la Roma né in altre partite precedenti, Tatarusanu non riesce ad imporsi e di conseguenza a dare le sicurezze che invece Maignan dava ai compagni di reparto.

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