In bilico tra rinnovamento e continuità: guida alla Sampdoria 20-21
I punti fermi dei blucerchiati sono mister Ranieri e capitan Quagliarella; intorno il caos, ma la qualità non manca
Claudio Ranieri anche l’anno scorso ha compiuto un’impresa calcistica: non sarà stato lo scudetto del Leicester, ma ha preso una squadra sfiduciata in fondo alla classifica e l’ha portata alla salvezza con ben tre giornate di anticipo, proponendo un calcio pratico e verticale e valorizzando alcuni giocatori fin lì in difficoltà (Ramirez, Bonazzoli, Gabbiadini, Jankto etc).
Il tecnico di Testaccio è rimasto alla guida della compagine blucerchiata anche per la stagione 2020/21, cercando di dare continuità al suo progetto cercando di mantenere l’ossatura della squadra che ha guidato, ma inserendo nuovi giocatori funzionali.
Porta e difesa:
Confermato Audero nonostante un’annata con alti e bassi, il portiere di origini indonesiane si appresta a iniziare il suo terzo anno da titolare con la Samp per confermarsi come un buon portiere di Serie A.
A difendere la sua porta troviamo tre centrali a giocarsi due posti: Omar Colley è il più sicuro del posto essendo l’unico mancino di piede e il centrale con maggiori trascorsi tra i blucerchiati, e quello che l’anno scorso ha fatto più recuperi per 90 minuti (6,24), dimostrandosi un giocatore molto abile nell’anticipo e nella lettura delle linee di passaggio. Inoltre è la vera e propria contraerea della squadra, con 2,83 duelli aerei vinti a partita in media.
Gli altri due centrali sono Lorenzo Tonelli e Maya Yoshida, acquisti di Gennaio dell’anno passato; il centrale fiorentino è un veterano della Serie A ed è un fattore sui calci piazzati anche se soffre qualche infortunio di troppo, Maya Yoshida invece è un centrale particolarmente esperto che punta molto sull’intercetto (migliore dell’anno passato con 2,05 intercetti a partita) e meno sui contrasti (Tonelli ne vince 5,11 a partita, Yoshida solo 2,5, allo stesso modo Tonelli ne perde 4,21 e Yoshida 2,2) dimostrandosi un difensore accorto ed adatto a una retroguardia come quella di Ranieri.
A destra è rimasto Bereszynski, nazionale polacco, a coprire la fascia senza grandi licenze offensive; il terzino di spinta si trova a sinistra e si chiama Tommaso Augello, esploso nel finale dell’anno scorso togliendo il posto a Murru (accasatosi a Torino); Augello è il difensore che compie più passaggi in media (49,37 a partita), rivelandosi un vero e proprio regista occulto, riuscendo anche a compiere 1,43 passaggi chiave a partita e ben 6,52 cross. Questi numeri hanno mostrato un terzino moderno in grado di attaccare bene la fascia e di arrivare in fondo al campo aumentando la pericolosità dei blucerchiati.
Centrocampisti centrali:
La sicurezza è sempre Albin Ekdal; lo svedese giunto per sostituire Torreira si è dimostrato inamovibile nel corso degli anni, nonostante qualche acciacco stia iniziando ad averlo. Al suo fianco l’anno scorso si è affermato Morten Thorsby, norvegese che coniuga corsa, fase difensiva e sporadici inserimenti per sfruttare il suo ottimo colpo di testa.
Mentre il ritorno di Valerio Verre può essere sfruttato anche in zone più avanzate di campo (chiedere alla Fiorentina), e l’addio di Ronaldo Vieira può essere visto in funzione dell’abbondanza nel ruolo, il nuovo acquisto è Adrien Silva, campione d’Europa nel 2016 e giocatore di grande spessore con esperienza al Leicester City, al Monaco e allo Sporting Lisbona; uomo d’ordine in mezzo al campo, si è fatto valere nel corso degli anni sia in un centrocampo a due (dove sembra deputato a prendere il posto di Thorsby nell’11 tipo) sia come mezzala.
Esterni:
A destra non ci sono dubbi; se l’anno scorso ci ha giocato o un esterno non particolarmente offensivo come Depaoli, o un falso esterno come Ramirez, quest’anno c’è stato un investimento per portare alla corte di Ranieri Antonio Candreva.
Il pendolino ex-Inter ha già calciato 6 volte verso la porta in due partite, completato 4 passaggi chiave e 2 dribbling servendo un assist contro il Benevento per lo stacco di testa di Colley; rimane un bug statistico sotto il punto di vista dei cross, visto che ne ha compiuti ben 15 in sole due partite, dimostrandosi ancora una volta un giocatore piuttosto monodimensionale. Nonostante questo la fascia destra è sicuramente il suo regno, equilibrando la spinta sulla sinistra portata da Augello.
A sinistra è rimasto Jakub Jankto, che si era affermato nel finale della scorsa stagione, ed è arrivato Mikkel Damsgaard, classe 2000 con 9 gol all’attivo nell’ultimo campionato danese; oltre ai due, l’arrivo più altisonante potrebbe giocare nel 4-2-3-1 di Ranieri e si tratta di Keita Baldè. Il senegalese torna in Italia dopo l’esperienza al Monaco (e la parentesi all’Inter) in cerca di riscatto; la cifra tecnica è sicuramente di prim’ordine come le capacità fisiche, ma starà al giocatore riuscire a canalizzare le sue caratteristiche in un gioco funzionale alla squadra, cosa che non sempre gli è riuscita nel corso degli anni (ma quando è stato in grado ha sfondato la doppia cifra di reti con la Lazio).
Attaccanti:
A giocarsi i due posti rimanenti, sia che si tratti di 4-4-2 che di 4-2-3-1 abbiamo le ultime bocche di fuoco blucerchiate; partito il prospetto Bonazzoli, esploso nel post-lockdown, è rimasto capitan Quagliarella, già a segno due volte nelle prime tre uscite stagionali, con il compito di guidare ancora l’attacco nonostante l’età. A coprire Re Fabio c’è l’usato sicuro, Manolo Gabbiadini – ancora alle prese con qualche acciacco fisico – potendo figurare come punta in assenza di Quagliarella, esterno destro in caso di defezione di Candreva o seconda punta.
Il ruolo di seconda punta sarà conteso appunto da Gabbiadini, da Keita (che ha giocato spesso con profitto in questo ruolo, ma Ranieri ha fatto capire che lo preferisce da esterno già alla prima intervista) e da Gaston Ramirez, rimasto inaspettatamente l’ultimo giorno di mercato dopo un’estenuante trattativa con il Torino, ed in scadenza nel 2021. I problemi contrattuali sicuramente sono importanti, ma Ranieri ha fatto capire più volte quanto tiene in considerazione l’eclettico uruguagio, in grado di ricoprire più ruoli offensivi e soprattutto in grado di dare quel cambio di passo e di fantasia che tanti giocatori non riescono ancora a offrire.
Conclusioni:
La Sampdoria è perfettamente a metà tra il vecchio e il nuovo; da un lato le conferme di Audero, Bereszynski, Colley, Yoshida, Ekdal, Quagliarella, dall’altro gli arrivi importanti di Adrien Silva, Candreva, Keita e le scommesse Augello e Damsgaard. Ranieri dovrà essere bravo a amalgamare le due cose per tirare fuori una squadra leggermente più offensiva dell’anno scorso, ma sempre con obiettivo primario la salvezza.