Talking Point: come cambia il Milan con Ibrahimovic o Giroud

La clamorosa vittoria nel Derby ha rilanciato le ambizioni scudetto del Milan e ha riaperto la sfida tra Giroud e Ibra come riferimento nell’attacco dei rossoneri

Olivier Giroud, Zlatan Ibrahimovic - Milan

Olivier Giroud ha letteralmente defibrillato il campionato con la sua straordinaria doppietta nel secondo tempo del derby contro l’Inter. Il gol di Perisic sembrava aver indirizzato in maniera inesorabile il match e l’intero campionato, ma le due reti del francese hanno cambiato tutto. Un’iniezione di fiducia per il Milan, una dose di paura per l’Inter. Tutto riaperto per la questione scudetto e soprattutto si ripropone con forza il quesito per Stefano Pioli: Ibra o Giroud come centravanti della sua squadra?

L’apporto di Zlatan Ibrahimovic

Zlatan Ibrahimovic, Serie A
Credit: Getty Images

Il titolare del Milan è stato finora Zlatan Ibrahimovic, almeno quando lo svedese è risultato essere a disposizione di Stefano Pioli. L’età costituisce un limite importante per Ibra, costretto a gestire le proprie forze e a convivere con alcuni guai fisici di troppo. Ne hanno risentito i numeri in termini di minutaggio, ma non troppo quello che indicano il rendimento.

Ibrahimovic ha sinora disputato 15 partite, di cui 11 da titolare, per un totale di 907 minuti giocati. Sono 8 i gol segnati, a fronte però di tantissimi tentativi: ben 47 tiri (4.66 P90, secondo solo dietro a un attaccante juventino), di cui solo 19 in porta. 2 gli assist e tanti i passaggi effettuati a partita dal centravanti: 36.22, di cui 26.49 riusciti, il 73.15%.

Insomma, Ibra gioca meno, ma rimane fondamentale per il Milan. Non è il cecchino degli anni passati, sotto porta paga qualcosa, ma è sempre al centro del gioco del diavolo e questa partecipazione si riflette in qualche errore di troppo in zona gol.

L’apporto di Giroud

Olivier Giroud, doppietta Derby di Milano
Photo by Marco Luzzani/Getty Images

Passiamo invece al francese che, al netto di Ibrahimovic, ha dovuto convivere con qualche problema fisico di troppo. 15 anche le presenze dell’ex Chelsea, ma solo 9 da titolare, per un totale di 873 minuti giocati. 7 reti segnate, tutte a San Siro, di cui 2 su calcio di rigore. Giroud ha dato però prova di una straordinaria concretezza, abbastanza insolita in realtà per la sua carriera: i 7 gol sono arrivati con appena 10 tiri in porta, su 20 conclusioni totali, in Serie A, come già detto domenica, nessuno converte più tiri in goal. Fatica un po’ di più invece lontano dalla porta il francese, che ha prodotto un solo assist e pecca maggiormente nei passaggi riusciti, solo il 69.08%. A partita Giroud conta 21.34 passaggi, di cui solo 14.74 riusciti, parecchi di meno rispetto allo svedese.

Giroud risulta meno amalgamato con la squadra, ma si fa sentire maggiormente in area di rigore e ne ha dato prova proprio contro l’Inter, segnando due gol da grande attaccante e regalando tre punti preziosi a Pioli.

Ibrahimovic vs Giroud

Insomma, lo scontro tra i due centravanti sembra molto delineato. Ibra gioca più per la squadra e concretizza meno, al contrario il francese fa meglio sotto porta, ma pecca nel gioco corale. È evidente dunque il modo in cui il Milan cambia a seconda di chi giochi: con lo svedese il collettivo viene premiato e i trequartisti hanno il compito di concretizzare maggiormente, aiutati anche dal modo di giocare di Ibra. Con Giroud in campo invece il gioco è diretto verso di lui, che ha il compito di capitalizzare il lavoro dei compagni.

Ibrahimovic e Giroud sono due attaccanti molto diversi e questa può essere un’arma a disposizione di Pioli, che può scegliere la soluzione ideale di volta in volta. Tuttavia, i guai fisici di entrambi, legati principalmente all’età, non permettono al tecnico di scegliere di frequente, ma quando sono entrambi a disposizione la sensazione è che Ibra sia ancora l’attaccante ideale per il Milan. Ad ogni modo, Giroud fa dormire sonni tranquilli a Pioli e al Milan, che possono permettersi di convivere con i problemi fisici di Ibra senza problemi.

La forza del Milan sta proprio nel non cambiare in maniera profonda anche cambiando due attaccanti così diversi. La squadra sa giocare in modi diversi e sa sfruttare al meglio il lavoro di entrambi gli attaccanti. In conclusione, come le grandi squadre, il Milan può cambiare il modo di giocare a seconda del proprio centravanti, ma non cambia il rendimento offerto.

di Danilo Budite

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