Ventura vs Mancini, numeri a confronto: non è la stessa Italia

C’è paura di rivivere la stessa situazione di quattro anni fa, ma la Nazionale di Mancini è lontana parente di quella di Ventura: parlano i numeri

Nazionale Italiana

Siamo arrivati al punto cardine per la Nazionale italiana, l’ultima partita dei gironi di qualificazione ai mondiali prima degli spareggi, ai quali non vogliamo per nessun motivo arrivare. Però, è inevitabilmente presente un pensiero rivolto a quattro anni fa, e la paura di rivivere i fantasmi di quella partita, che ha segnato la nostra storia in maniera rovinosa. È bene quindi analizzare le due situazioni per trasmettere che ad oggi siamo molto diversi da quella volta, ma è fondamentale mantenere una guardia alta.

Dati messi a confronto

Italia di Giampiero Ventura:

  1. 10 partite giocate (7 vittorie, 2 pareggi, 1 sconfitta)
  2. 22 goal segnati;
  3. 8 goal subiti;
  4. 10 giocatori a segno
  5. 36 giocatori utilizzati
  6. 33,7 età media dei titolari

Italia di Roberto Mancini:

  1. 7 partite giocate (4 vittorie, 3 pareggi, 0 sconfitte)
  2. 13 goal segnati;
  3. 2 goal subiti;
  4. 9 giocatori a segno
  5. 36 giocatori utilizzati
  6. 28 età media dei titolari

Come scende l’Italia in campo stasera

Stasera Mancini metterà in campo quelli di cui si fida di più (che non sono molti a causa degli svariati infortuni che hanno colpito gli azzurri) per assicurarsi una vittoria cruciale. Se per assurdo il Mancio avesse a disposizione tutti i suoi uomini, la formazione sarebbe quasi scontata, visto l’utilizzo di alcuni giocatori chiave per il suo sistema.

Classico 4-3-3 che ci ha portato alla vittoria clamorosa degli Europei di questa estate, mattonella di caratura importante che ha composto un anno ai  limiti della storia per il nostro paese nello sport, che vede:

Donnarumma, Di Lorenzo, Bonucci, Acerbi, Emerson; Barella, Jorginho, Tonali; Berardi, Insigne, Chiesa.

La situazione di 4 anni fa

In quel freddo e cupo novembre 2018 scendemmo in campo tronfi di una (priva di fondamenta) sicurezza per cui eravamo sicuri di affossare la Svezia ed era un “ora o mai più”, diversamente da oggi. Questo, unito all’aver sottovalutato gli avversari dal punto di vista tattico e dell’integrità, ci portò al baratro.

Il clima, che poi grazie a varie ricostruzioni venne ripercorso nei giorni seguenti quella tragedia sportiva, era pessimo. Il nostro allenatore era convinto di essere perseguitato da spie e combatteva contro mulini a vento e questo, insieme ad una confusione tattica (ricorderete il famoso 424 e le esclusioni clamorose di Insigne e Jorginho) non poterono altro che condurci ad un risultato fatale.

Adesso è diverso. Rimaniamo uniti e gli azzurri si conoscono e si stimano l’un l’altro, abbiamo un sistema solido e collaudato e sappiamo che nell’affrontare i momenti di difficoltà siamo tra i migliori in circolazione. Mancini saprà come caricare i nostri gladiatori che scenderanno in campo per conquistare questo agognato accesso ai Mondiali. Da veri campioni d’Europa in carica.

A cura di Samuele Tagliente

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