Qualità e coraggio: così Aaron Hickey si è preso il Bologna

Aaron Hickey è uno dei giovani più interessanti del nostro campionato

Aaron Hickey in maglia Bologna

Sappiamo quanto bravo sia Sinisa Mihajlovic a valorizzare i giovani(ssimi). Lo ha già fatto con Gigio Donnarumma – che ha lanciato dal 1′ in A a 15 anni – o con lo stesso Davide Calabria, inserito in pianta stabile in prima squadra dal tecnico serbo. Già lo scorso anno, prima dell’infortunio, era toccato ad Aaron Hickey, terzino sinistro classe 2002 del Bologna. Sul suo conto, Mihajlovic si era già espresso così dopo pochi allenamenti: “Il coraggio non va mai messo da parte. Hickey è uno che ne ha da vendere”.

Per diventare un calciatore di livello in Serie A, però, serviva uno step in più. Step che in questo inizio di stagione lo scozzese pare aver compiuto compiuto. Hickey è infatti uno dei 7 calciatori nati dopo il 2000 ad essere sempre stato titolare in queste prime sette partite – insieme a Singo, Cambiaso, Tonali, Rovella, Vlahovic e Ricci -, nonché l’unico 2002 presente in questa lista.

I numeri contro la Lazio

Minuto 68: Hickey riceve in posizione avanzata da Barrow, stop di petto a seguire, finta di calciare con il sinistro, rientra sul destro – il suo piede debole – e con la complicità di Reina sigla la rete del 3-0, il suo secondo goal in campionato; sarebbe riduttivo però racchiudere la sua prestazione soltanto nel gol: lo scozzese si è infatti notare sia in fase di possesso, che in fase di non possesso. In primis, la facoltà di agire liberamente sull’out di sinistra gli permette di sfoderare una delle sue qualità migliori: il dribbling secco nell’1 vs 1; su 7 tentati, ne ha completati ben 6 (meglio di lui solo un giocatore in questa giornata), con gli avversari spesso costretti a fermarlo con le cattive (6 falli subiti).

Le cose migliori, però, si sono viste paradossalmente in fase di non possesso, considerata lo scorso anno il tallone d’Achille del giovane terzino. Se infatti gli 8 palloni recuperati sono un buon numero, ma rientrano nella normalità, lo stesso non si può dire del dato sui duelli vinti: 15/18, mostrando grande cattiveria agonistica e ottima scelta di tempo nell’intervento, anche e soprattutto contro un avversario rapido e tecnico quale è Felipe Anderson (2 dribbling completati su 8).

Aaron Hickey, Bologna

I numeri dell’intera stagione

La prestazione di Hickey contro la Lazio di Sarri non è comunque un’eccezione, anzi. Le statistiche del match somigliano a quelle delle altre partite giocate da Hickey. I compiti affidatigli da Mihajlovic sono abbastanza chiari: duro e roccioso in fase difensiva – dove tra l’altro Hickey ha imparato a tenere bene la linea, un suo difetto dello scorso anno -, per poi sprigionare la sua falcata durante la transizione positiva ed essere presente e decisivo in zona gol.

Per quanto riguarda la fase di non possesso, è infatti quarto tra i giocatori di movimento Bologna per numero di palloni recuperati (33) e secondo – dietro solo a Dominguez, altro calciatore in grande crescita – per numero di contrasti vinti (37), a conferma che il coraggio non gli manca e che la gamba non la tira facilmente indietro: insolito per un ragazzo che ha compiuto 19 anni solo 4 mesi fa.

In fase di possesso, dopo aver recuperato palla e trasformato l’azione in offensiva, scatena la sua arma migliore: è infatti il calciatore rossoblu ad aver tentato e completato più dribbling, piazzandosi con quest’ultimo dato al secondo posto tra i difensori dell’intera Serie A (dietro solo a Simone Bastoni dello Spezia). Si fa notare anche in fase di conclusione, essendo dopo Arnautovic – che di ruolo fa la prima punta – ed insieme a Barrow, il calciatore bolognese con più conclusioni verso lo specchio avversario (4).

Deve migliorare nel cross (1/9 riusciti, ma dipende anche dai compagni in area) ed essere più coinvolto nella manovra di costruzione (152/183 passaggi riusciti). Per questo ci sarà tempo, ma l’impressione è che Aaron Hickey stia rapidamente venendo fuori, con gli occhi delle big che iniziano già a stargli addosso: d’altronde il futuro è tutto dalla sua parte.

A cura di Domenico Cannizzaro

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