Cosa può dare Correa all’Inter di Simone Inzaghi

Correa è un nuovo giocatore dell’Inter, fortemente voluto da Inzaghi. Come agirà insieme agli altri compagni di reparto?

Correa con la maglia della Lazio 2020/21

Dalla cessione di Lukaku, l’Inter non ha mai nascosto la volontà – e la necessità – di acquistare due attaccanti per sopperire all’assenza del belga. Se con Edin Dzeko però la trattativa è stata più rapida, per arrivare a Joaquin Correa c’è voluto più tempo: in mezzo si sono fatti tanti nomi, da Zapata a Thuram, passando per Belotti, ma El Tucu è sempre stato in cima alla lista dei desideri della società e soprattutto di Simone Inzaghi, con cui ha già lavorato e che conosce molto bene. Abbassatesi le pretese di Lotito, è arrivato l’accordo totale con i biancocelesti sulla base di 5 milioni per il prestito, 25 per il riscatto obbligatorio e uno in caso di qualificazione in Champions League.

Come gioca Correa?

Uno dei fattori più importanti di questa operazione è sicuramente il fatto che l’attaccante argentino non avrà bisogno di ambientamento dal punto di vista tattico: conosce a memoria l’idea di calcio del tecnico piacentino, sa cosa gli chiederà e sa come accontentarlo. Dal canto suo, Inzaghi conosce benissimo le qualità di Correa e farà di tutto per metterlo nelle condizioni di far bene per poter sfruttare le sue doti tecniche.

Heatmap di Correa 2020/21 (credit: Sofascore)

El Tucu è un calciatore innamorato del pallone – spesso anche troppo -, ma fa bene ad esserlo: vederlo in conduzione palla al piede è piacevole, in quanto abbina eleganza, tecnica e padronanza del corpo. Ama infatti più abbassarsi a ricevere la palla e avvicinarsi all’area di rigore avversaria con il pallone tra i piedi, piuttosto che fare un movimento senza palla e riceverla già in posizione avanzata. La sua posizione prediletta in ricezione è la trequarti avversaria di sinistra, da dove può sfruttare le sue caratteristiche migliori, come per esempio il dribbling: sono infatti 1.74 P90 quelli riusciti nella stagione 2020/21 – dietro solo a Luis Alberto tra i biancocelesti – e 2.33 nella stagione 2019/2020, il migliore della Lazio tra chi ha giocato almeno 10 partite; al dribbling secco abbina inoltre grande facilità di corsa, ottima atleticità e una tecnica di base non indifferente.

Non è però – né mai lo sarà – un attaccante spietato in area di rigore: secondo i dati di Understat, infatti, sono 22 i gol in 3 anni con la Lazio, ma a fronte di 25.53 xG (goal attesi) prodotti. Dunque, segna meno di quanto produce, ma il segnale positivo è che il punto più basso del suo rapporto con il goal risale alla stagione 2018/2019, quando segnò soltanto 5 gol, producendo 8.55 xG; negli ultimi due anni è andato in crescendo: 10 goal totali nella stagione 2019/2020 (uno in Europa League) e 11 in quella appena trascorsa, di cui 3 in Champions League.

La convivenza con i compagni di reparto

Credit: IMAGO

Se l’anno scorso la Lu-La ha fatto coppia fissa per quasi tutta la stagione, con il solo Sanchez a farli rifiatare quando possibile, quest’anno l’attacco dell’Inter avrà sicuramente diverse combinazioni, essendo un reparto più equilibrato per caratteristiche. Correa può infatti giocare sia con Lautaro Martinez – un po’ come faceva con Immobile -, sia con Edin Dzeko (e non dimentichiamo Alexis Sanchez)

Nonostante in nazionale argentina i due sono stati visti raramente in campo insieme, lo stile di gioco di Simone Inzaghi e le caratteristiche dei due portano a pensare che una convivenza tra Correa e Lautaro non è solo possibile, ma auspicabie. Entrambi amano abbassarsi e giocare con la squadra, partendo in dribbling, ma la rapidità e l’intelligenza tattica di Lautaro Martinez gli consentono anche di attaccare bene la profondità – un po’ come faceva Immobile – e ricevere le assistenze del nuovo compagno di reparto, abile a smarcarsi e a imbucare i compagni. Considerata la duttilità di entrambi, anche lo scenario opposto non è improbabile, con Lautaro da seconda punta e Correa a ricevere l’assist del connazionale, come accaduto nel match tra Argentina e Bolivia, quando in uno dei pochi spezzoni giocati insieme, El Tucu andò in gol proprio su assist del neo compagno di squadra. L’unico problema però potrebbe essere proprio la finalizzazione: Correa, come già precedentemente detto, non è esattamente un bomber di razza, mentre Lautaro Martinez, nonostante i 17 gol dell’ultimo campionato, sciupa ancora qualche occasione e lo Shot Conversation Rate dell’ultimo campionato lo dimostra.

Correa è anche un ottimo partner d’attacco di Edin Dzeko, numero 9 dalla tecnica sopra la media. L’argentino ama scambiare nello stretto, dialogando di prima con i compagni, come spesso alla Lazio accadeva con Luis Alberto e Milinkovic-Savic; all’Inter lo farà con Calhanoglu e, appunto, Edin Dzeko, due calciatori che spesso danno del tu al pallone e compagni di reparto ideali per il Tucu. Il turco, per caratteristiche giocatore simile a Luis Alberto, sarà sempre vicino ai due attaccanti, a dare supporto e qualità all’azione; il bosniaco dal canto suo, si abbasserà a giocare di sponda con Correa e i centrocampisti, ma soprattutto sarà pronto a raccogliere in area di rigore i suoi assist invitanti.

Perdere Lukaku è sempre un downgrade – o quasi – rispetto al passato, ma il lavoro svolto da Beppe Marotta e da tutta la dirigenza dà l’impressione di essere oculato, mirato e, per tutto ciò, egregio. E l’acquisto di Correa ne è l’ennesima dimostrazione.

A cura di Domenico Cannizzaro

Leggi anche

Loading...