Talking Point: Dzeko è davvero l’attaccante che serve all’Inter?

L’Inter ha scelto Dzeko per il dopo-Lukaku. L’attaccante bosniaco è un partner perfetto per Lautaro, ma può davvero colmare l’assenza del belga?

Edin Dzeko in maglia Inter

L’Inter cambia pelle in avanti. Perde Lukaku, che ritorna al Chelsea con un’offerta a dir poco mostruosa. Guadagna Dzeko, che dopo averla sfiorata più volte, stavolta può vestire la maglia nerazzurra. La partenza del bomber belga è stato un vero e proprio terremoto in casa Inter. Non solo a livello tecnico, perché i nerazzurri hanno perso quello che è stato il giocatore più decisivo dello scorso campionato, ma anche a livello psicologico, perché la cessione di Lukaku ridimensiona inevitabilmente i nerazzurri. Marotta e Ausilio hanno risposto al contraccolpo con Edin Dzeko, un usato garantito, anche se con qualche perplessità. Il bosniaco è visibilmente in fase calante, viene da due stagioni non esaltanti, complice anche comunque il rendimento deficitario della Roma. Posto che trovare un erede all’altezza di Lukaku era missione praticamente impossibile, sorge spontaneo chiederci: “Dzeko è davvero l’attaccante che serve all’Inter?”.

Per analizzare il possibile apporto del bosniaco all’Inter, bisogna innanzitutto svincolarci da qualsiasi parallelo con Lukaku, perché sarebbe impari, ma anche decontestualizzato. Il belga è un giocatore all’apice della carriera, l’ex Roma ha invece alle sue spalle i giorni migliori, sono due profili che già anagraficamente non sono paragonabili. Con Dzeko, l’Inter ha messo il presente davanti al futuro, ha fatto quello che ha ritenuto fosse meglio per tenere in piedi la baracca costruita negli ultimi anni. È lecito dunque chiedersi quale apporto possa dare il bosniaco quest’anno, senza paragoni con Lukaku e senza proiettare lo sguardo oltre la stagione che sta per cominciare.

Il rendimento di Dzeko

Nell’analizzare il rendimento di Dzeko nell’ultima stagione, bisogna tenere conto dei problemi con Fonseca, con i giorni vissuti fuori rosa durante il mercato invernale e il reintegro progressivo, con l’alternanza quasi scientifica con Mayoral. I numeri del bosniaco nell’ultima stagione sono abbastanza modesti: 7 gol in 27 presenze in campionato, appena 3 assist, solo 20 partite giocate dall’inizio. Pesa la querelle con Fonseca, ma ciò che colpisce è il fatto che la Roma lo scorso anno non ha mai sentito l’assenza di Dzeko, sia perché Mayoral ha fatto bene, ma soprattutto perché il bosniaco non è quasi mai stato decisivo quando ha giocato.

Alcuni dati negativi evidenziano il calo di rendimento del bosniaco: 0,35 è la media gol a partita, molto bassa se paragonata a quella degli altri bomber della Serie A, che si attesta intorno allo 0,6. Per inciso, quella di Lukaku è stata 0,75. Non sono pochi i tiri, 3,45 a partita, ma sono deficitari quelli in porta, 1,23. E qui arriviamo al grande dato negativo: 19 chances fallite, 0,94 a partita. Praticamente Dzeko sbaglia un gol a partita. Nessuno, eccezion fatta per Cerri che ha però giocato solo 356 minuti in campionato, sbaglia più occasioni, in media, del bosniaco.

I numeri sono quelli di un attaccante non più di prima fascia. Dzeko non è mai stato un bomber di razza, ma negli ultimi anni ha trovato ancora più difficilmente la via del gol. In media, lo scorso anno ha segnato una rete ogni tre gare, decisamente troppo poco.

Edin Dzeko in maglia Inter

Come cambia l’Inter

Dati i numeri snocciolati sopra, è evidente come Dzeko non possa essere quel bomber che deve rimpiazzare i gol che mancheranno dopo la cessione di Lukaku. Però, probabilmente il bosniaco nemmeno è chiamato a farlo. Con l’ex Roma, l’Inter cambia pelle come detto. Dzeko è un attaccante di manovra, abile col pallone, bravo ad aprire gli spazi e a rifinire. Probabilmente, per usare la numerologia classica del gioco del pallone, sarà più un numero 10, mentre Lautaro Martinez sarà chiamato a vestire i panni del 9.

Proprio l’argentino è quello che può guadagnare maggiormente dall’arrivo di Dzeko, perché il bosniaco è il partner perfetto per una prima punta mobile come il Toro. Col cigno di Sarajevo vedremo un’Inter diversa, meno verticale e con una costruzione più ragionata, che passerà per i piedi di Dzeko. I gol che mancheranno nel confronto tra il bosniaco e Lukaku devono arrivare da Lautaro o dai centrocampisti forti negli inserimenti, come Barella. Così, l’Inter può pensare di colmare il gap proveniente dalla perdita del belga.

In conclusione però, alla domanda “Dzeko è l’attaccante che serve davvero all’Inter?”, la risposta è: probabilmente no. I nerazzurri hanno fatto una scelta orientata al presente, ma è una soluzione tampone, che tra l’altro non porta probabilmente a risultati veramente tangibili nell’immediato. Certo, prendere una punta migliore a queste condizioni economiche non era facile, però nemmeno impossibile. La sensazione che in casa Inter si possano ripetere le esperienze vissute con Nainggolan e Kolarov, arrivati dalla Roma in fase parecchio calante, è alta, però solo il campo saprà dire se la scelta dell’Inter sarà stata quella giusta.

di Danilo Budite


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