Talking Point – Lautaro Martinez è indispensabile per l’Inter?

Per alcuni era il sacrificio da fare in questa finestra di mercato. Altri lo ritengono non importante, ma indispensabile. Un’analisi sull’importanza di Lautaro Martinez per l’Inter

È un’estate complessa quella che stanno vivendo i campioni d’Italia. I noti problemi economici, l’addio di Conte, la cessione di Hakimi per fare cassa. Ora, come se non bastasse, è piombato il Chelsea su Romelu Lukaku, pronto a fare follie per riportare a Londra il calciatore belga. In tutto questo vortice senza sosta d’incertezza, l’unica costante in casa Inter sembra essere quella riguardante il futuro di Lautaro Martinez, costantemente in bilico ormai da un anno a questa parte.

L’argentino è sempre il primo nome quando si parla di calciatori sacrificabili o possibili partenti, ma è anche una pedina fondamentale per i nerazzurri. Non ci ha mai rinunciato Conte, così come non ha intenzione di farlo Simone Inzaghi. Eppure, quando si parla dei giocatori cardine dell’Inter, Lautaro Martinez occupa sempre una posizione di secondo piano. In bilico tra pedina irrinunciabile e vittima sacrificale, da un estremo all’altro della valutazione. Al di là del suo futuro, la domanda è: Lautaro Martinez è un giocatore indispensabile per l’Inter?

La posizione in campo

Nel valutare l’apporto di Lautaro Martinez bisogna partire da un presupposto: l’equivoco sulla sua posizione in campo. Il Toro ha tutte le caratteristiche del centravanti, ma sostanzialmente gioca da seconda punta. È una sorta di ibrido, sprecato per fare la spalla, non all’altezza per il ruolo da protagonista assoluto. I numeri di Lautaro sono infatti impressionanti se lo si considera una seconda punta, ma sono normalissimi, quasi sotto media per un big, se lo si considera un centravanti puro.

Prendendo in considerazione l’ultima stagione, Lautaro ha segnato 17 gol, di cui due rigori. Ha confezionato 6 assist, ha tirato ben 109 volte (3.81 tiri a partita), cogliendo la porta in 40 occasioni (1,4 a partita). Ha realizzato quasi la metà dei tiri in porta che ha effettuato. Numeri che se abbinati a quelli di una prima punta, nella fattispecie Lukaku, sono mostruosi, ma che se rapportati a quelli degli altri top centravanti del campionato sono assolutamente normali. Però sono altre le caratteristiche rendono Lautaro Martinez un giocatore speciale: è il settimo attaccante per palloni intercettati (62), meglio di lui come centravanti ha fatto solo Belotti, ed è anche il settimo per palloni rubati (97). Considerando la media per 90 minuti, il Toro recupera 3,39 palloni a partita.

Quest’apporto alla fase difensiva è ciò che rende Lautaro fondamentale nell’Inter, ma che forse innervosisce anche il giocatore, che nell’ultimo campionato è stato il primo attaccante per falli commessi, raccogliendo ben 5 ammonizioni. Il nervosismo del Toro è l’altro lato della medaglia della sua abnegazione, e forse è il sintomo maggiore di quell’equivoco tattico riguardante la sua posizione in campo. Lautaro si sente attaccante puro, si muove e ragiona da centravanti, ma è il prototipo perfetto della seconda punta. Lui per primo deve arrivare a compromessi con la propria natura.

La crescita

Credit: IMAGO

Comparando i numeri delle ultime due stagioni, quelle con Conte come allenatore, la crescita di Lautaro Martinez appare evidente. I 14 gol del primo anno sono diventati 17, le tre reti di testa sono diventate quattro, i tre assist sono raddoppiati. La crescita più evidente è però, ancora una volta, nell’apporto difensivo: 41 palloni intercettati contro 62 dell’ultimo campionato, 75 palloni rubati contro addirittura i 97 di questa stagione. L’argentino è maturato tantissimo tatticamente e infatti Conte non ha mai rinunciato a lui: le presenze in campionato sono 38 su altrettante gare, di cui 30 da titolare.

Cosa marcano questi numeri? Denotano una crescita esponenziale, sotto il profilo tattico, di un giocatore con dei mezzi tecnici molto importanti. Lautaro Martinez, non dimentichiamolo, è un classe 1997, tra poco compirà 24 anni e ha dei margini di miglioramento esponenziali. Sotto porta può crescere ancora, nell’ultimo anno è stato il quinto giocatore che ha tirato più in Serie A, fallendo ben 12 grandi occasioni. La mancanza di lucidità è dovuta però anche dal grande lavoro che fa per tutto il campo l’argentino, oltre che a un pizzico di egoismo riconducibile sempre alla questione del ruolo in campo.

Alla luce di tutto ciò, dunque, Lautaro Martinez è un giocatore indispensabile per l’Inter? La risposta è sì, ma a determinate condizioni. L’argentino è una delle seconde punte più forti al mondo in questo momento, dà il meglio di sé vicino a un altro attaccante e aiutando col proprio lavoro la squadra. Lautaro è dunque indispensabile per i nerazzurri se rimane la spalla di Lukaku. Se dovesse sobbarcarsi il peso dell’attacco da solo, ne uscirebbe probabilmente ridimensionato, perché trovare un attaccante che fa il suo lavoro in fase difensiva è difficile e perché lui stesso non ha la caratura dei grandi bomber. Ma come seconda punta, nel ruolo che ha ricoperto in questi anni, ha pochissimi termini di paragone al mondo. Simone Inzaghi dovrà essere bravo a fargli capire che con quel modo di giocare può essere fondamentale, anche se segna meno. Sopportando, come ha fatto Conte, anche alcune scenate del giocatore, che rientrano nel suo personaggio di spalla attratto dalle luci del palcoscenico, ma troppo fondamentale lì dietro le quinte.

di Danilo Budite

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