Cosa può dare Felipe Anderson alla Lazio di Maurizio Sarri
Quale sarà il ruolo di Felipe Anderson nella nuova Lazio di Maurizio Sarri?
La Lazio riporta a Roma Felipe Anderson, esterno offensivo brasiliano che torna a vestire biancoceleste dopo l’esperienza biennale al West Ham e il cameo in Portogallo con il Porto.
Anderson fu venduto per circa 40 milioni di euro nel 2018 e la Lazio lo riporterà a Roma per 3 milioni più il 50% del valore dell’eventuale futura rivendita. Tre milioni che la Lazio non verserà nelle casse del West Ham perché è proprio la cifra che equivale a quella che doveva percepire dal club inglese per saldare il trasferimento.
Il primo Anderson
L’acquisto di Felipe Anderson è un chiaro segnale di quella che vuol essere la direzione tecnica del primo anno di Maurizio Sarri. Una volta ingaggiato l’allenatore che ha vinto una Europa League con il Chelsea e uno scudetto con la Juventus, in tutta Italia sono sorte domande sul possibile sistema di gioco che verrà scelto per affrontare la prossima Serie A e la prossima Europa League (la Lazio e’ arrivata sesta in campionato nell’ultima stagione). Associare Sarri alla difesa a 3 è un’eresia ed è stato lui stesso a ribadirlo ai microfoni di Sportitalia, per cui la prima certezza del nuovo ciclo laziale dal momento in cui è stato firmato il contratto biennale è stata subito la difesa a 4. Un passaggio importante per una rosa abituata da anni a difendere con un perno centrale, due centrali laterali (talvolta terzini adattati come Radu, Patric e addirittura Marusic) e due esterni a tutta fascia con caratteristiche complementari per portare equilibrio a tutto il sistema.
La difesa a 3 della Lazio è stata implementata stabilmente dopo la cessione di Keita Balde al Monaco per 30 milioni di euro nell’estate del 2017. Nella stagione 2017/2018, la prima con il nuovo sistema difensivo, Felipe Anderson ha agito come seconda punta al fianco di Immobile, portando la Lazio a un minuto dalla qualificazione in Champions League (acciuffata dall’Inter grazie al colpo di testa di Vecino). Il ruolo di braccio destro della punta centrale Felipe Anderson può farlo. Lo farà anche con Sarri? Difficile.
I tre moduli di Sarri
Le possibili forme dell’idea di calcio di Sarri sul campo sono tre: 4-2-3-1, 4-3-3 e 4-3-1-2. Il primo sistema, il 4-2-3-1 è stato adottato nell’ultima parentesi dell’avventura di Sarri a Napoli, quando Mertens, magnifico centravanti inventato proprio dal tecnico toscano, è stato spostato qualche metro più indietro per agire alle spalle di un ‘vero’ nove come Arkadiusz Milik. Questa soluzione, inevitabilmente offensiva, veniva scelta per cercare di recuperare situazioni di svantaggio. La meno probabile per la Lazio, dunque, anche per le caratteristiche di centrocampisti come Sergej Milinkovic-Savic e Luis Alberto.
Assodata la difesa a 4, un altro riferimento della nuova Lazio di Sarri sarà il centrocampo a 3 per due motivi: non ribaltare completamente i riferimenti di una squadra che deve già cambiare stile difensivo e sfruttare a pieno due dei giocatori più determinanti dell’intera rosa (ammesso che questi rimangano a Roma): Luis Alberto e Sergej Milinkovic-Savic. Nessuno dei due, però, è adatto per svolgere il ruolo decisivo per la corretta traduzione sul campo delle idee del nuovo tecnico. Nessuno dei due è simile a Jorginho (che Sarri ha reso uno dei migliori registi d’Europa), Pjanic (sul quale il lavoro fatto non ha prodotto i risultati sperati ma di certo non per l’assenza di doti tecniche del bosniaco) e Valdifiori (che dopo aver lavorato con Sarri non è più stato determinante nelle successive avventure). Lucas Leiva, generosissimo e intelligentissimo mediano brasiliano attualmente in rosa, non sembra convincere pienamente il nuovo allenatore.
Come giocherà la nuova Lazio
Una volta assemblata la difesa e messo a sistema il tutto con il centrocampo, c’è da capire come verranno disposti i giocatori offensivi per architettare un sistema pronto ad accogliere totalmente il sarrismo -termine entrato ufficialmente nel vocabolario italiano -. L’acquisto di Felipe Anderson spalanca la porta al possibile 4-3-3, modulo con cui Sarri ha ammaliato il mondo con il Napoli e conquistato l’Europa League con il Chelsea. L’esterno brasiliano ha disputato l’84,76% delle gare della sua carriera in posizione di esterno (prevalentemente a sinistra), ruolo in cui riesce a sciorinare tutte le sue abilità principali: dribbling, rapidità e cut back (particolare cross basso per trovare a rimorchio l’attaccante che si stacca all’altezza del dischetto dell’area).
L’ostacolo principale a circa quaranta giorni dall’inizio del campionato è l’assenza di un altro esterno offensivo che permetta alla squadra di lavorare sul 4-3-3. Lazzari e Marusic, uniche frecce sul lato destro del campo, sono tutto fuorché ali da tridente. Nonostante questo, però, l’altra forma possibile della prima Lazio di Sarri sembra improbabile: il 4-3-1-2 svaluterebbe Felipe Anderson – ha fatto la seconda punta ma non in una squadra che controlla il gioco e che lavora su spazi ristretti – e necessiterebbe di un’altra figura mancante in questo momento, il trequartista. L’ultimo a svolgere correttamente questo ruolo fra le varie esperienze di Sarri è stato Riccardo Saponara ad Empoli, quando con Maccarone e Tavano componeva un terzetto niente male. Anche Saponara come Valdifiori non si è mai ripetuto in Serie A a livelli così alto
Il lavoro che Sarri dovrà svolgere sarà faticoso, e per ammirarne i risultati sarà necessario essere pazienti. Ma ancor prima è necessario che le mancanze strutturali della rosa – qualsiasi sia la strada individuata dalla società – vengano colmate il prima possibile. Il primo segnale è arrivato: Felipe Anderson è pronto a essere iniziato al sarrismo.
A cura di Nicolas Cariglia