Il progetto Chelsea targato Todd Boehly: spese e fair play finanziario

La nuova proprietà del Chelsea sembra avere le idee chiare sul futuro del club

Mudryk con la maglia del Chelsea

Il calcio moderno ci ha abituati a squadre costruite nel giro di un paio d’anni, con elevati esborsi di denaro, che puntano a vincere trofei nel minor tempo possibile. Spesso, però, questo modus operandi fast-paced fa sì che i club tralascino – o non diano importanza – a un paio di elementi quasi fondamentali: una vision di acquisti a lungo termine e la crescita dei giovani.

Se da un lato quasi tutte le grandi squadre hanno un paio di elementi cresciuti in casa, dall’altro è praticamente impossibile trovare un undici titolare in cui non figurino giocatori acquistati a suon di milioni. Il Chelsea in questo discorso svolge la funzione di salsa agrodolce: lungo tutta l’era di Roman Abramovich abbiamo assistito a campagne acquisti faraoniche da parte dei londinesi, che però hanno sempre avuto un occhio di riguardo per la loro Academy, una delle più fiorenti d’Inghilterra. Giocatori come Tammy Abraham, Reece James e Mason Mount, solo per citare i nomi più altisonanti della storia recente dei Blues, sono perfetti esempi di ragazzi che si sono fatti strada dalle giovanili del club fino in prima squadra.

La nuova proprietà sembra essere intenzionata a proseguire con la striscia di successi e uno dei punti cardine per riuscirci è rappresentato dagli acquisti di giocatori giovani(ssimi), da coltivare anno per anno.

Un occhio anche al futuro del Chelsea

Nonostante la stagione del Chelsea non stia andando secondo le aspettative – Tuchel esonerato a inizio settembre e squadra che attualmente occupa il decimo posto in classifica – c’è comunque qualcuno che riesce a vedere oltre il 2022-23, con delle prospettive più che rosee. È il caso di questo tifoso, che su Twitter si proietta su quello che potrebbe essere il roster a disposizione dei Blues nel 2030.

Ai più attenti, i recenti acquisti dalle parti di Stamford Bridge non sono certo passati inosservati. Guardare sotto la lente d’ingrandimento l’operato di un club che, solo pochi anni fa (2019), vedeva il proprio mercato in entrata bloccato per violazioni di regolamento in termini di trasferimenti di minori fa assumere alla vicenda una connotazione quasi ironica; il tutto mantenendo una certa curiosità verso i nuovi volti dei Blues.

Come si è sviluppato il mercato targato Boehly

Con il termine della gloriosa era Abramovich, aleggiava preoccupazione intorno alla Londra Blues, riguardo il nuovo proprietario. Dubbi subito spazzati via dallo stesso Todd Boehly, capo del consorzio che ha rilevato il Chelsea, con una campagna di calciomercato a dir poco faraonica tra luglio e gennaio. Una rosa letteralmente rivoluzionata, senza badare ad alcuna spesa, investendo l’astronomica cifra di 611,49 milioni di euro per 16 giocatori, ricavandone, di milioni, solamente 67,83 dalle cessioni di 18 calciatori.

Considerando solamente la sessione invernale di calciomercato, il Chelsea ha speso 329,5 milioni di euro per l’acquisto di 8 giocatori, ricavandone “la miseria” di 11.3 milioni derivanti dall’unica uscita effettuata, quella dell’azzurro Jorginho, passato nell’altra sponda di Londra. Un potenziale clamoroso che adesso Graham Potter dovrà gestire al meglio, già cercando di salvare una stagione che attualmente vede i Blues esattamente a metà della classifica con 29 punti. ma ancora in corsa in Champions League.

Fofana con la maglia del Chelsea

Chelsea, gli acquisti della stagione 2022/23

Dal colpo Wesley Fofana, arrivato dal Leicester nel corso del mercato estivo, fino al botto last minute di gennaio, con l’acquisto del neo campione del mondo Enzo Fernandez, prelevato dal Benfica per 121 milioni di euro , il secondo acquisto più costoso nella storia del calciomercato invernale alle spalle solamente di Philippe Coutinho, trasferitosi nel 2018 dal Liverpool al Barcellona per 135 milioni di euro.

Gli acquisti del Chelsea nel corso della stagione 2022/23 (Fonte: Transfermarkt)

  • E. Fernandez: Benfica – 121 milioni di euro
  • W. Fofana: Leicester – 80,40 milioni
  • M. Mudryk: Shakhtar Donetsk – 70 milioni
  • M. Cucurella: Brighton – 65,30 milioni
  • R. Sterling: Manchester City – 56,20 milioni
  • B. Badiashile: Monaco – 38 milioni
  • K. Koulibaly: Napoli – 38 milioni
  • N. Madueke: PSV – 35 milioni
  • M. Gusto: Lione – 30 milioni
  • C. Chukwuemeka: Aston Villa – 18 milioni
  • A. Santos: Vasco da Gama – 12,50 milioni
  • P. E. Aubameyang: Barcellona – 12 milioni
  • D. Fofana: Molde – 12 milioni
  • J. Felix: Atletico Madrid – 11 milioni (prestito)
  • G. Slonina: Chicago Fire – 9 milioni
  • D. Zakaria: Juventus – 3 milioni (prestito)

Chelsea e Fair Play Finanziario

Nonostante le cifre folli spese nel corso delle ultime due sessioni di calciomercato, la risposta alla domanda più gettonata dell’ultimo periodo è ““. Il Chelsea sta rispettando il Fair Play Finanziario, e lo sta facendo in maniera totalmente legale, sebbene beffarda nei confronti della UEFA, sfruttando una vera e propria falla nel sistema a cui, quest’ultimi, stanno già lavorando per porvi rimedio.

Secondo quanto riportato da Deloitte Football Money League, il club londinese detiene un fatturato di circa 568 milioni di euro, addirittura inferiore rispetto alla sola cifra spesa sul calciomercato in queste due ultime sessioni, che ammonta, come sopra citato, a 611,49 milioni di euro. Il tutto, dunque, tralasciando le spese basiche a cui una società deve far fronte normalmente.

Per restare all’interno delle fitte regole imposte dalla UEFA sul FPF, il Chelsea ha deciso di far firmare dei contratti lunghissimi ai propri neo acquisti, come nel caso di Mudryk (2031), Enzo Fernandez (2030), Fofana (2029), Badiashile (2029) e Cucurella (2028). In tal modo, il costo di acquisto del cartellino di ogni giocatore non peserà, a livello di bilancio, unicamente su una stagione, in questo caso quella corrente, ma verrà equamente spalmato per tutti gli anni di contratto previsti.

Questo nonostante la UEFA imponga la massima durata di 5 anni per il contratto di un calciatore, ma con la libera facoltà, per ogni Paese, di poter anche allungarlo. Regola che, proprio il Regno Unito, non vieta, favorendo, in questo caso, la genialata che sta permettendo al club di Todd Boehle di dominare – sotto questo punto di vista – il calcio europeo e mondiale.

di Francesco Ceccarello e Alex Spadaro

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