Italia, quantità e qualità di scelta a centrocampo per Mancini: le varie soluzioni

Il C.T. azzurro può contare su una batteria di centrocampisti di alto livello: le possibili soluzioni.

Lorenzo Pellegrini, Nazionale Azzurra

In vista delle prossime partite, tra la finalina di Nations League e quelle di qualificazione ai prossimi Mondiali in Qatar, mister Mancini deve affrontare un dilemma – che molti allenatori vorrebbero avere – a centrocampo: sono tutti bravi e molti di loro in forma, chi schiero?

La concorrenza per una maglia da titolare a centrocampo non manca e non mancherà per i prossimi anni, soprattutto considerando anche i giocatori che non sono stati chiamati a rappresentare il tricolore per scelta tecnica, come Nicolò Rovella, Samuele Ricci e Sandro Tonali, esclusi dalla lista dei 23 di Mancini, ma aggregati all’Under 21 di Paolo Nicolato.

I centrocampisti convocati da Mancini

  • Nicolò Barella – Inter
  • Bryan Cristante – Roma
  • Jorginho – Chelsea
  • Manuel Locatelli – Juventus
  • Lorenzo Pellegrini – Roma
  • Marco Verratti – Paris Saint Germain

Cosa è cambiato rispetto al passato

Dall’ultimo mondiale a cui abbiamo partecipato nel 2014 né Conte né Giampiero Ventura hanno avuto a disposizione grandi soluzioni per il centrocampo, dovendosi rifugiare in un assetto tattico e robusto utilizzando i vari Sturaro, De Rossi e Parolo, ma ad oggi sono cambiate le cose.

Al posto di quello che era diventato quasi un classico 3-5-2 che ci rappresentasse nel mondo, in questa rosa sono spuntati giocatori di maggiori qualità tecniche e di gestione palla, che costituiscono un punto di raccordo tra la linea difensiva sempre a pochi metri e gli uomini d’attacco. L’allenatore italiano infatti non ha solo spinto per un ricambio generazionale, ma anche di idee di gioco. Oggi il centrocampo italiano è fatto di idee, non è più un reparto che punta solo sulla fisicità ed i contrasti vinti, ma è diventato il nucleo che dà vita alla macchina di Mancini.

Le soluzioni a centrocampo per Mancini

In un ormai consolidato centrocampo a 3, il trio Barella – Jorginho – Verratti è stato schierato titolare in tutte e quattro le partite ad eliminazione diretta dell’Europeo. Il centrocampista del Chelsea è stato l’unico dei tre a non essere mai sostituito in quelle partite ed è anche l’unico di questo pacchetto ad essersi aggiudicato una maglia da titolare in tutte le partite disputate dall’Italia durante la pausa di inizio settembre.

L’allenatore ex Inter, che ha preso il comando degli azzurri dopo la rovinosa Italia-Svezia(2018) che ci ha negato il mondiale, ad oggi possiede una vasta gamma di soluzioni che gli garantiscono sempre ottima qualità e soprattutto gioco di possesso. I tre titolari di Euro 2020, infatti, come abbiamo visto molto bene durante la rassegna, creano grande equilibrio in entrambe le fasi a causa della loro versatilità, ma ricordiamo che questa estate è mancata una pedina del calibro di Pellegrini.

Lorenzo è il dodicesimo uomo di Mancini, lo ha usato spesso sulla linea delle mezze punte sia a sinistra che più centrale, offre un bagaglio tecnico e tempi di inserimento che nuocciono spesso alle difese avversarie, soprattutto quelle più abbordabili. In queste partite, dove magari la squadra ha bisogno meno di difendere e più di una giocata che faccia saltare i piani tattici delle difese opponenti, il n°7 della Roma può tornare molto utile per riempire l’area di rigore da vero trequartista, avendo le spalle coperte dalla coppia Jorginho-Barella.

L’altro uomo fondamentale per questa squadra è Manuel Locatelli. Il classe ’98 è un altro dei protagonisti di questo reparto e con sacrificio si mette anche lui a disposizione sia da mediano che da mezz’ala, ruolo che preferisce.

Con questi nomi è facile notare una fluidità dei moduli, che possono generare sia un 4-4-2 con l’abbassamento di Chiesa per contenere gli avversari con un allungamento della posizione della mezz’ala sinistra(in questo caso Pellegrini o Verratti), ma anche un 4-3-3/4-2-3-1 quando c’è bisogno di creare il gioco, in base a come difendono gli avversari.   

In conclusione è palese che ci sia un cambiamento in atto, non è una casualità infatti che siano saltati fuori così tanti calciatori che possono ricoprire più funzioni ad alti livelli, e questo deve essere un segnale incoraggiante per i nostri vivai e per un’attenzione al loro rimpinguamento che non deve essere sottovalutata in futuro. E pensare che nomi come quelli già citati in apertura – Tonali su tutti – sono assenti: per il futuro non ci può far altro che ben sperare.

A cura di Marco Cascioli e Samuele Tagliente

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