L’Italia sta crescendo giocatori universali
La Nazionale di Spalletti migliora a vista d’occhio, anche grazie a quei giocatori capaci di esulare dai concetti di modulo e ruoli
L’avversario era modesto, è vero, ma lunedì sera abbiamo visto un’altra bella prestazione di un’Italia che si è lasciata alle spalle l’Europeo e nella nuova veste disegnata da Spalletti sembra trovarsi maggiormente a proprio agio. È un circolo virtuoso: il modulo (per quanto anacronistico possa ormai essere il termine) valorizza quei singoli che sanno quale spazio occupare in relazione alla posizione dei compagni e indipendentemente dal proprio ruolo.
Giocatori progressivamente universali come Bastoni, che in Azzurro sta confermando di non rispondere alla semplice etichetta di braccetto, interpretando l’intera zona difensiva come regista basso (103 i tocchi contro Israele). Discorso simile per il compagno di reparto Calafiori, la cui propensione offensiva non si riduce passando da sinistra a destra, così come l’apporto qualitativo alla manovra (i due tocchi al volo sul gol di Frattesi sono da trequartista).
C’è poi Cambiaso, che grazie al proprio ambidestrismo può galoppare su entrambe le fasce e che da esterno del 352 coniuga l’abilità offensiva e l’attenzione difensiva che Thiago Motta ha già testato in ruoli diversi alla Juventus. Ma non solo: perché – seppur per pochi minuti – Spalletti non ha esitato a mandare Cambiaso accanto a Ricci, come mezzala, a riprova di una versatilità diffusa che mette sempre più a dura prova i concetti di modulo e ruoli