Atalanta, ecco cosa attendersi da questa nuova stagione

Dopo tante annate sorprendenti, la squadra bergamasca è attesa ad una stagione di cambiamenti

La compagine bergamasca è sicuramente una delle rivelazioni del calcio italiano nel corso degli ultimi anni. Fino a qualche decennio fa, nessuno si sarebbe mai immaginato di trovare l’Atalanta ai vertici del calcio italiano e addirittura ai quarti di finale di Champions League.

Un’avventura unica, ma anche in tutto e per tutto meritata, dal momento che è il frutto di un grandissimo lavoro che è stato svolto a livello dirigenziale, prima di tutto con la gestione del settore giovanile, che ha prodotto e sfornato in continuazione dei talenti, ma anche con la bravura degli osservatori, che hanno saputo individuare profili giusti da poter migliorare e poi rivendere ad un costo decisamente più alto, una volta esplosi nel massimo campionato italiano. A testimonianza del percorso incredibile che è stato intrapreso dall’Atalanta, anche il fatto di essere riuscita a trovare sponsor sempre più all’altezza, come ad esempio Plus 500, una società di investimento che è iscritta al registro Consob e come opera come intermediario finanziario, diventata lo sponsor principale dell’Atalanta per tre stagioni.

Come è cambiata in estate l’Atalanta

Si può tornare forse di nuovo a parlare di grandi sorelle, come alla fine degli anni Novanta. Sì, perché anche il campionato che ha preso il via inevitabilmente sarà caratterizzato da un notevole equilibrio, con le differenze tra le varie compagini che si sono sempre più assottigliate. L’Atalanta è stata una delle prime squadre a riprendere in estate e ha compiuto alcune operazioni di mercato senz’altro di notevole valore, come ad esempio l’aggiunta di Ederson, che arriva dalla Salernitana, una delle rivelazioni della scorsa stagione in serie A.

Nella scorsa stagione l’Atalanta ha faticato molto di più di quello che si avrebbe potuto pensare, dal momento che si è piazzata all’ottavo posto, ovvero la collocazione finale più bassa di tutta l’era Gasperini. È chiaro che anche i tifosi sono rimasti un po’ delusi, ma come giustamente può essere chi si è fatto un po’ condizionare dai tre terzi posti di fila che sono arrivati in precedenza.

Insomma, l’Atalanta deve chiaramente provare ad assestarsi nella nuova dimensione, anche in virtù del fatto che non era stata in grado di sopportare, soprattutto dal punto di vista mentale, il fatto di dover giocatore ogni tre giorni sempre per vincere. E, nel corso dell’ultima stagione, più di una volta la rosa bergamasca è sembrata davvero essere alla fine di un ciclo.

Ademola Lookman in maglia Atalanta dopo primo gol in Serie A

Continuare con Gasperini ha sempre un senso?

Doveva essere un mercato di rigenerazione quello di quest’estate, ma fino a questo momento anche le aspettative di Gasperini sono state un po’ deluse, come ha ammesso nel corso di una conferenza stampa lo stesso allenatore.

Il primo acquisto dei bergamaschi è stato il riscatto di Demiral, per cui sono stati sborsati ben 20 milioni di euro. Una cifra decisamente impensabile per l’Atalanta di qualche anno fa. L’ex Juventus si è confermato come uno dei migliori della retroguardia di Gasperini, ma servono delle alternative di spessore, perché alle sue spalle il livello non si è alzato, nonostante Palomini, Djimsiti e Toloi siano buoni giocatori, ma non campioni.

Uno dei punti di forza dell’Atalanta che è riuscita ad arrivare fino ai quarti di finale di Champions League è sempre stato negli esterni. Gasperini ha sempre avuto dei giocatori in grado di mangiarsi la fascia e diventare padroni delle rispettive corsie laterali. Ebbene, questo aspetto si è un po’ perso, salutando Gosens, volato a Milano sponda Inter, senza trovare dei sostituti adeguati. Pezzella non è abbastanza offensivo, così come Zappacosta non pare essere così incisivo in attacco, mentre Hateboer, dopo i numerosi acciacchi fisici, non è tornato più su alti livelli. Stesso discorso per Maehle, che ha probabilmente sofferto troppo gli infortuni e la mancanza di continuità con cui è sceso in campo.

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