Crisi Lukaku, i numeri dietro la sua difficile convivenza con Tuchel

Hanno fatto scalpore i 7 palloni toccati nell’ultima sfida contro il Palace, meno la sua panchina in Champions, segnale di un rapporto già ai titoli di coda con i Blues

Romelu Lukaku in maglia Chelsea

Sette tocchi in 90 minuti. L’ultima partita di Lukaku giocata in campionato contro il Crystal Palace si riassume in questo dato impietoso, diventato immediatamente emblema di una stagione già estremamente complicata di suo, a causa di un amore mai sbocciato con Tuchel, un difficile adattamento agli schemi già rodati dei Blues e qualche dichiarazione sicuramente evitabile.

I numeri di una deludente stagione

Impiegato in campionato in 17 occasioni, di cui 12 da titolare, Lukaku ha messo a referto 5 reti, per una media di una rete ogni 235 minuti (più di due partite e mezza). In Champions la media scende, con 4 presenze e 2 reti, entrambe contro lo Zenit. Analizzando i match nei quali il belga è andato a segno, escluso l’Arsenal, emerge come non vi siano avversari di fascia top né in Inghilterra né in Europa (con tutto il rispetto per Aston Villa e Brighton), nonostante le occasioni non siano mancate.

Aanche a guardare le conclusioni i numeri non brillano: Lukaku si trova al 69esimo posto in Premier per tiri totali, con una media molto bassa per gli standard della Premier League di conclusioni tentate ogni 90 minuti (2.14 P90) e di tiri nello specchio della porta (0.84 P90).

Ma come abbiamo visto, il dato che ha fatto particolarmente scalpore nell’ultima uscita, non riguarda tanto i goal e nemmeno tiri effettuati. Quello che preoccupa è il (non) coinvolgimento dell’attaccante ex Inter nella manovra offensiva di Tuchel, con un tocco di palla ogni 13 minuti circa. Media che, giusto per fare un paragone, nelle ultime uscite non era mai stata così bassa: 28 tocchi contro il Tottenham, 18 contro il Brighton e 20 contro il City.

Un profilo inadatto al gioco di Tuchel

A volte è l’allenatore che si adegua alle caratteristiche dei suoi uomini migliori, altre volte sono i giocatori che si sacrificano alle esigenze del loro mister. Questa volta non sembra essere così. Non scopriamo certo oggi il poco feeling tra Lukaku e Tuchel, il quale con la vittoria della Champions League lo scorso anno, ha dimostrato come la sua squadra fosse tanto solida dietro, quanto versatile e mobile in avanti, con giocatori estremamente rapidi che non dessero punti di riferimento. In questa stagione le cose sono cambiate: a Lukaku è stato chiesto di agire da pivot al centro dell’attacco, ruolo che il belga non sembra gradire particolarmente e che invece Kai Havertz, calciatore più sensibile tecnicamente, interpreta alla perfezione. L’acquisto di Lukaku ha ben poco a che vedere con tutto ciò: sicuramente si tratta di un profilo inedito nel roster d’attacco londinese, ma che non sembra per ora arricchire il pacchetto offensivo dei Blues.

L’ultimo segnale inequivocabile delle storie tese tra Lukaku e il Chelsea è rappresentato dai 90 minuti trascorsi in panchina in Champions nella convincente vittoria del Chelsea contro il Lille. Il tridente titolare Pulisic – Havertz – Ziyech ha ben performato, e quando due dei tre sono usciti, a Lukaku sono stati preferiti Werner e Saul. Le parti ormai non si nascondono più, e le voci di un possibile addio di Lukaku già in estate sono sempre più insistenti.

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